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PROVINCIA Bastia Umbra

8 Marzo, Irina, Inna e Alona: il loro abbraccio per la pace tra Russia e Ucraina

Una russa e due ucraine, lavorano fianco a fianco alla Deltafina di Ospedalicchio: le paure, i ricordi e la speranza di tornare presto alla normalità

Irina, Inna e Alona, una russa e le altre due ucraine (di cui una originaria del Donbass), sono colleghe. Lavorano fianco a fianco allo stabilimento di Deltafina di Ospedalicchio di Bastia Umbra. E questa mattina, in occasione della festa dlela donna, hanno lanciato un messaggio di pace per l’Europa colpita dal conflitto russo-ucraino.

"Нет войне! Ні війні! No war! No alla guerra": è il messaggio in quattro lingue: russo, ucraino, inglese e italiano lanciato dal palco dal quale hanno parlato le tre donne. “Le guerre, tutte le guerre sono un orrore, non ci si può voltare dall’altra parte - dice Irina -. Siamo particolarmente vicini al dramma della popolazione ucraina che soffre, oppressa dalle bombe e dalla paura. Ci auguriamo che prevalga il dialogo, la mediazione e si raggiunga presto la pace”.

“Una guerra che non è partita per volontà del popolo, ma per la brama di potere - sottolinea Inna -. Stanno cercando di mettere l’uno contro l’altro due popoli che fino all’altro ieri erano uniti tra loro. Spero che torni presto la pace nel mio paese e che la situazione possa risolversi nel migliore dei modi per scongiurare la perdita di altre vite umane”.

“La guerra è la cosa peggiore che abbia mai visto! - dice Alona, scappata dal Donbass nel 2016 -. Una granata è piombata sopra la mia casa nel 2014 e ha lasciato un segno indelebile nella mia memoria. Ho vissuto tra i bombardamenti per un anno - racconta con le lacrime agli occhi -: esattamente un anno della mia vita nella paura e nel dolore. Per un attimo mi è sembrato di guardare la morte negli occhi. Sono sopravvissuta e sogno che coloro che ora stanno vivendo ciò che ho vissuto io, sopravviveranno”.

Tra i 220 dipendenti italiani e stranieri di 13 nazionalità diverse, del sito umbro di Deltafina circa il 60% sono donne. L’abbraccio simbolico di pace tra tre lavoratrici nel giorno dell’8 marzo è un segno importante di quanto “le donne siano centrali nella società anche se le comunità non l’hanno ancora capito - sottolinea la sindaca di Bastia, Lungarotti -. Una semplice cerimonia, un abbraccio tra tutti noi, uomini e donne, per la pace che non è solo assenza di guerra ma una predisposizione d'animo. Tutti possiamo averla, basta desiderarla - ha detto la sindaca che ha voluto lanciare un messaggio particolare per la giornata dedicata alle donne: “Dobbiamo lavorare per abbattere ogni pregiudizio di genere. Si è persone innanzitutto, si è genere poi”.

“L’odio della guerra si combatte solo con una comunità sana e rispettosa dei valori e delle diversità - sottolinea il presidente di Deltafina, Domenico Cardinali -. Mi sono domandato se fosse possibile mettere da parte le tensioni e i conflitti ed unire russi ed ucraini in un simbolico abbraccio. Ho parlato con Irina, Inna e Alona e ho trovato un'accoglienza entusiasta a realizzare questo momento metaforico di unità fra i popoli - racconta il presidente -. Condividere la propria vita in una comunità è la migliore risposta a quello che è la guerra. Se è vero che i conflitti distruggono, dividono, allontanano e creano odio, è anche vero che una comunità basata sul rispetto delle diversità reciproche è la forma migliore per rispondere a quanto sta accadendo oggi nel cuore dell'Europa" ha concluso il presidente Cardinali augurandosi un presto ritorno alla pace. 

"L'abbraccio sotto la bandiera della Russia e dell'Ucraina è stato un momento emozionante e che ci porta a riflettere sul fatto che il mondo può cambiare da un momento all’altro e che tutti dobbiamo lottare per mantenere la pace - ha detto Filippo Gallinella, presidente della Commissione agricoltura alla Camera dei Deputati -. Un grande segnale è stato lanciato oggi da Deltafina: un grande abbraccio a tutto il mondo per dire lottiamo per la pace e non per la guerra”.

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