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Bocciate nel 2018 dal centrosinistra, ora però dall'Umbria riparte l'iter per telecamere negli asili e case di riposo:

In consiglio regionale passa a maggioranza la storica battaglia della Lega Umbria. Contrario Fora: "Obiettivi che condivido, ma norma che rischia di essere incostituzionale"

Erano state bocciate nella passata legislatura regionale a guida centrosinistra dopo la proposta dell'allora minoranza di centrodestra. Ora però, invertite le parti politiche, ripare l'iter (sicuramente complicato) per favorire un percorso per  l'installazione - su base volontaria, in via sperimentale e nel rispetto della normativa sulla privacy - di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso all'interno di asili nido, scuole dell'infanzia, strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazioni di disagio presenti sul territorio regionale. Uno dei cavalli di battaglia della Lega è passato nell'ultimo consiglio regionale con 11 voti a favore, uno contrario (Fora - Patto Civico) e tutto il resto dell'opposizione fuori dall'aula e quindi non ha votato la proposta.

L'obiettivo della Lega Umbria, dopo i gravi fatti di cronaca registrati in Italia e anche in Umbria, è quello di mettere in campo strumenti per arginare maltrattamenti e violenze, "nonché per garantire una maggiore qualità e sicurezza dell'assistenza e della cura degli utenti e una migliore tutela per quei lavoratori che con dedizione, impegno e professionalità svolgono il loro compito”. Valerio Mancini, al secondo mandato da consigliere leghista, ha ricordato che “la questione delle telecamere parte da lontano, da ottobre 2018 quando una mia mozione fu respinta dall’allora maggioranza.  Mi auguro che in futuro possano esserci altre iniziative per implementare il sostegno alla video sorveglianza soprattutto a livello comprensoriale, utile a reprimere crimini predatori”.

Contrario non negli obiettivi, quelli di tutelare persone fragili, ma nel metodo e nelle competenze il capogruppo del Patto Civico, Andrea Fora: "Sull’argomento ci sono 8 proposte di legge in Senato, alcune non approvate dallo scorso Governo.  La mozione in questione è importante perché fa leva su problemi legati a violenze in strutture socio-sanitarie, sulla necessità di tutelare la qualità della vita di anziani e bambini. Ma è un tema che, in mancanza di una legge nazionale, rischia di avere caratteri di incostituzionalità. È stato lo stesso Garante della privacy ad invitare le Regioni a non fare fughe in avanti ed attendere una impalcatura legislativa nazionale. Per questo chiedo che l’atto venga rinviato in Commissione per una verifica rispetto alla costituzionalità della norma”.

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