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Contro la crisi, Fioroni vara la riforma del lavoro: si cambia su formazione e apertura ai privati. Ma i sindacati attaccano

Ecco tutte le novità presentate dall'assessore regionale Fioroni: Bonus Umbro del Lavoro, formazione adeguata alle nuove sfide e massima apertura ai privati. Obiettivo: reinserire i lavoratori e dare ai giovani opportunità. Cgil, CIsl e Uil: "Una pessima riforma. Ci vogliono scavalcare"

Guardare oltre l'emergenza infinita da Covid che sta stravolgendo l'Italia e l'Umbria. E' questo l'obiettivo più volte dichiarato dall'assessore Michele Fioroni che ha già incontrato il Ministro dello Sviluppo Giorgetti, insieme alla Presidente Tesei, per iniziare il dialogo su un corposo dossier sull'Umbria che verrà: il bio-chimico, la riqualificazione delle due centrali Enel di Bastardo e Pietrafitta, il polo regionale dell'idrogeno e un impegno diretto per l'innovazione nelle piccole e medie imprese. Un dossier pesante, difficile ma fondamentale per mettere le basi in grado di attirare in Umbria investimenti privati e grandi gruppi internazionali.

Ma guardare oltre l'emergenza Covid vuol dire anche anche approvare quanto prima la riforma regionale del lavoro che riguarda soprattutto giovani che devono entrare per la prima volta nel mercato del lavoro e lavoratori - anche per via del Covid - che un lavoro lo devono ritrovare magari reinventadosi. Per questo la riforma, come spiegato da Fioroni, non è solo rafforzare e rendere autonoma Arpal Umbria - l'Agenzia regionale per le politiche attive sul lavoro - ma c'è da lanciare un nuovo modello - ovviamente di stampo liberale com'è nel Dna della Giunta regionale e dell'assessore stesso - per la formazione, per il reinserimento e gli indirizzi da prediligere per il futuro economico dell'Umbria.

Questo vuol dire collaborare con le aziende private e allo stesso tempo anche con le agenzie private specializzate del settore lavoro. In più c'è un nuovo strumento di sostegno per il Bonus Umbro per il lavoro.  "A 18 anni dalla riforma Biagi, anche nella nostra Regione viene realizzata la sinergia pubblico-privato nell’erogazione dei servizi e delle politiche attive del lavoro per le quali viene definito un novo strumento e modello di erogazione– il Buono Umbro per il Lavoro – che permetterà ai cittadini in cerca di lavoro di beneficiare a loro libera scelta, presso i Centri per l'impiego o presso le agenzie per il lavoro accreditate. Viene ampliata la gamma delle modalità di assolvimento dell’obbligo previsto dalla L. 68/99, al fine di favorire l’inserimento lavorativo dei disabili, specie quelli più fragili e offrire servizi alle imprese obbligate".

Nella riforma regionale da approvare le politiche attive, che dovranno garantire il risultato occupazionale - dunque pagate prevalentemente a risultato – saranno potenziate sostenendo la formazione professionale adatta e adeguata alle esigenze reali del mercato del lavoro rilevata dall’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro. Tradotto: fare formazione professionale ma che sia poi veramente utile per trovare un lavoro e non più basata su altri parametri. Bisogna però fare presto perche in tanti in Umbria si trovano a spasso e molti giovani non hanno prospettive.

Da qui la volontà dell'assessorato di mandare ora in commissione lavoro la riforma per la discussione politica, per eventuali emendamenti da inserire e per ascoltare le categorie e sindacati. Ma la riforma regionale ha già trovato un nemico - come era prevedibile essendo di marca liberale - la triplice sindacale (Cgil, Cisl e UIl) che hanno già criticato l'urgenza nell'avviare la discussione istituzionale: "Assolutamente immotivata e incomprensibile la decisione annunciata dall'assessore Fioroni di adottare la procedura d'urgenza. Le uniche ragioni d'urgenza sembrerebbero essere quelle di dare soldi alle agenzie private e nominare un nuovo amministratore. Pensiamo che il confronto con le parti sociali, in una riforma che vuole stravolgere il mercato del lavoro regionale sia un elemento centrale – concludono Cgil, Cisl e Uil – quindi se la Regione continuerà a non ascoltare e a tirare dritto saremo costretti a mettere in campo tutte le azioni di mobilitazione necessarie a fermare questa pessima riforma”.

Accuse che Fioroni rispedisce al mittente e ribadisce di aver già richiesto un confronto in sede istituzionale: "In considerazione della rilevanza della portata delle riforme - ha risposto l’assessore - ho già chiesto al Presidente della prima Commissione dell’Assemblea legislativa, Daniele Nicchi, di prevedere quanto prima l’audizione delle Associazioni datoriali e delle Organizzazione sindacali, al fine di raccogliere le loro osservazioni e pervenire ad una riforma condivisa con chi, nel mondo del lavoro e della formazione, ha un ruolo molto rilevante e qualificato". 

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