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Referendum, il vasto fronte del No festeggia e sogna: "Si dimetta anche la Presidente Marini..."

Dalla richiesta di dimissioni di Rifondazione Comunista alla Presidente Marini fino ad arrivare alla Polidori (Forza Italia), Ciprini e Gallinella Movimento 5 Stelle fino ad arrivare alla civica Galgano

Il grande fronte del No, il giorno dopo, esulta compatto e dimostra quanto i suoi confini siano così estesi: dal Movimento 5 Stelle fino alla Polidori di Forza Italia fino ad arrivare alla sinistra di Rifondazione comunista. Tutti, per il momento, uniti nel nome di quella Costituzionale tanto amata, tanto difesa e tanto poco applicata nella vita di tutti i giorni.

FORZA ITALIA (ONOREVOLE POLIDORI) - «Dalla rossa Umbria una bella sorpresa: la bocciatura forte e chiara della pessima riforma della Costituzione targata Renzi-Boschi. Un dato questo per nulla scontato e del quale possiamo essere fieri, anche perché delle regioni notoriamente vicine al PD, la nostra è l’unica in cui il NO porta a casa un significativo risultato. Dobbiamo tutti essere consapevoli che da oggi il nostro impegno è maggiore. Continueremo a lavorare sodo per raggiungere i prossimi due grandi obiettivi: tingere di azzurro la nostra regione e, sotto la guida del Presidente Silvio Berlusconi, ricostruire il centrodestra di governo». 

Adriana Galgano, deputata del gruppo Civici e Innovatori - “Con il grande risultato del NO i cittadini italiani ci chiedono riforme costituzionali condivise e che siano chiare e comprensibili a tutti. Vinciamo anche in Umbria e non era facile. Peccato per Perugia dove ha prevalso il sì, seppur di poco, e dove evidentemente si è creduto al progetto del partito della nazione rispedito invece al mittente in quasi tutto il resto d’Italia. Ringrazio di cuore i nostri 40 comitati civici che hanno lavorato con grande energia ed entusiasmo e che sono una fonte di rinnovamento per la politica nella nostra regione”.

Rinfondazione comunista, segretario regionale Enrico Flamini: "Gli Umbri, colpiti pesantemente dalla disoccupazione, dalla precarietà e dall'allargamento delle povertà, hanno rivendicato la propria storia e la propria identità considerando la Costituzione un punto di riferimento sicuro ed irrinunciabile, lo hanno rivendicato nonostante il governo regionale monocolore PD si sia schierato con forza ed in maniera inequivocabile con Renzi, lo hanno invendicato in un contesto in cui il consiglio regionale dell'Umbria è stato trasformato dalla legge elettorale voluta dal PD in una sorta di consiglio di circoscrizione. La giunta regionale, poi, tutta ripiegata su beghe interne al PD e subalterna ai voleri di Renzi, ha rinunciato a governare. Tutte le grandi questioni aperte, dai rifiuti alla sanità, dal trasporto pubblico alla crisi del modello di sviluppo, stanno lì a dimostrarlo. Bene. Sebbene Renzi abbia affrontato la sconfitta in maniera stizzita, rimettendo il mandato e dimettendosi per il momento ha mantenuto una certa coerenza. Chissà se i suoi epigoni umbri faranno altrettanto". 

Filippo Gallinella, deputato Movimento 5 Stelle - “Ha vinto la democrazia. I cittadini italiani hanno votato in massa e hanno dato prova di aver compreso la reale portata della ‘schiforma’. Una riforma, quella del trio Renzi – Boschi – Verdin che non ha convinto, così come non hanno convinto le politiche messe in campo dal governo ormai dimissionario. Il M5S è in prima linea in questa fase e spinge per andare subito ad elezioni politiche con un programma preciso, a cominciare dall’introduzione del reddito di cittadinanza, da una nuova definizione dei parametri europei sulla moneta unica, dall’inaugurazione di una nuova stagione dipolitica economica attenta alle piccole e medie imprese. Da domani saremo al lavoro per creare ilnuovo programma e il nuovo governo M5S”.

Tiziana Ciprini, deputato Movimento 5 Stelle. “È stata una vera e propria ‘Renxit’, un voto a favore della rappresentanza democratica, a tutela degli interessi dei cittadini, prima ancora che sulla composizione e sulle competenze degli organi che formano le leggi. Gli italiani hanno votato ‘No’ come reazione all’impoverimento ed all’espropriazione di diritti sociali subiti in questi anni di crisi. Non si tratta solo di una bocciatura di Renzi e della sua riforma, ma dell’intero processo di divaricazione tra le aspettative dei cittadini e la realtà economica e sociale. Come prima forza politica del Paese, siamo disponibili a fare tutti i passi necessari per arrivare alle elezioni politiche. La cosa più veloce, realistica e concreta è andare al voto con una legge che c'è già, l'Italicum, perché non vogliamo legittimare l'insediamento dell’ennesimo governo tecnico alla Monti. Dalla prossima settimana inizieremo a votare online il programma e, in seguito, la squadra di governo”.

Stefano Vinti, Sinistra Italiana - Buono il risultato anche in Umbria, dove il NO si afferma con il 51,2% e con una straordinaria partecipazione al voto di circa 496.000 umbri per una percentuale del 73,47. L'Umbria è l'unica regione ex-rossa dove non vince il Si, aggiungendo un altro segnale di preoccupazione per il Pd al governo. A Perugia vince il Si con IL 50,9%, un risultato che certamente non ha visto certo il sindaco Romizi, d'altronde lodato pubblicamente da Renzi, spaccarsi la schiena a sostegno del NO. Mentre a Terni, a conferma dei gravi problemi della giunta Di Girolamo, il NO si afferma nettamente con il 54,13%. Il risultato umbro è stato contrassegnato da un protagonismo elettorale significativo della sinistra politica, sociale, culturale e ricreativa, che è stata determinante per la vittoria finale.
 

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