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Nuova legge elettorale per la Regione firmata da Squarta-Fioroni-Meloni: niente ballottaggio ma premio per chi arriva al 40%. Ed è subito polemica

Si torna ai due collegi con Perugia che si piglia ben 15 seggi su 20. Sbarramento più alto per entrare in consiglio. Le proteste di 5 Stelle e Civici di Fora e il mal di pancia degli eletti ternani

Una proposta di legge regionale - firmata da Squarta (Fd'i), Fioroni (Lega) e Meloni (Pd): ovvero l'ex ufficio di presidenza di Palazzo Cesaroni - è piombata in piena emergenza da Covid e conseguente crisi economica a turbare il consiglio regionale dell'Umbria che è chiamato a cose ben più serie: Piano sanitario regionale, progetti di Pnrr, ripetenza economica e riforma del welfare. Turbare non è certamente messo li a caso: appena si è sparsa la voce della bozza due partiti sono insorti (Patto Civico e Movimento 5 Stelle), ma fermento si registra anche sul fronte degli eletti ternani - estranei alla bozza - che si vedono piombare una legge con ritorno al passato (il ritorno ai collegi di Perugia e Terni) che limita gli eletti nelle due province e obbliga a prendere voti solo nella provincia di competenza. Si registrano forti mugugni anche da Forza Italia rimasta fuori dalla proposta di legge.

Molto in sintesi i punti chiave: 20 + 1 gli eletti, due circoscrizioni Perugia e Terni dove presentare liste provinciali collegate ad un candidato unico per la Regione; nessun ballottaggio per i due schieramenti che non raggiungono il 50 per cento dei voti, nessun voto disgiunto ma premio di maggioranza per chi arriva al 40 per cento che garantisce una maggiore governabilità. Aumenta anche la soglia di sbarramento (in chiave anti-piccoli partiti e civici vari): dal 2,5 al 3 per cento.

Per quanto riguarda i collegi: per Perugia 15 eletti e per Terni 5 (il 21esimo è il candidato presidente). Confermata la doppia preferenza di genere (uomo-donna e donna-uomo), le liste devono avere almeno il 40 per cento di candidati rappresentativi di genere (60 per cento uomini e 40 donne o vice-versa) e i consiglieri chiamati a svolgere il ruolo di assessore devono lasciare lo scranno di palazzo Cesaroni. Le spese per ciascuno candidato alla presidenza non possono superare i 100mila euro. Ci sono anche altri cambiamenti tecnici, come le firme da ottenere per presentare le liste (scarica e leggi la proposta di legge). 

LE REAZIONI

La proposta di legge elettorale, depositata e protocollata, scatena le critiche. Cominciano i civici. Per Andrea Fora è “una fuga in avanti che va assolutamente condannata ed un grave incidente istituzionale”. Per il consigliere regionale di Patto Civico “la legge elettorale non deve servire a blindare gli eletti nel Palazzo, ma a meglio rappresentare la comunità regionale. Occorre ripartire da zero e dai territori, in questo senso il mio impegno e quello di CiviciX non mancherà”.  Il consigliere regionale del Movimento 5Stelle, Thomas De Luca, rincara la dose: “La proposta di legge elettorale presentata da PD, Lega e FdI è uno schiaffo in faccia all'Umbria”. Di più. “A quanto pare la priorità è solo garantire più poltrone per i politici del capoluogo di regione”.

De Luca parla di “fatto gravissimo per il ruolo istituzionale ricoperto dai proponenti, visto che Squarta, Meloni e Fioroni sono i membri dell'ufficio di presidenza così come composto fino a una settimana fa”.  Per il pentastellato “con questa legge i territori vengono totalmente cancellati”. E spiega: “La re-istituzione dei due collegi provinciali torna a dividere con un tratto di penna la regione. Mentre nelle legislature passate l'elezione di un consigliere spoletino o folignate era la norma, con questa legge sarebbe un'eventualità matematicamente impossibile, salvo concessione da parte del segretario di turno. Terni, l'Orvietano, il Narnese e l'Amerino, che vengono brutalmente messi fuori dalla porta”. In altre parole: “L'asse si sposta dalla qualità della rappresentanza e dalla meritocrazia alla mera lottizzazione politica”. 
Ultimo passaggio su quelli che De Luca definisce 'sprechi': “Nella proposta – evidenzia il consigliere M5s -  che prevede l'incompatibilità tra il ruolo di assessore e quello di consigliere, lo spreco diventa strutturale: 1 milione e mezzo di euro con assessori obbligatoriamente esterni”. E siamo solo all'inizio...

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