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Aborto farmacologico in Day Hospital: esulta la Rete 10 dicembre, sulle barricate il Popolo della Famiglia

Le nuove linee guida diramate dal Ministro della Sanità, Roberto Speranza, hanno di fatto "cancellato" il provvedimento della Giunta regionale che aveva vietato - sulla base delle regole nazionali - il passo in avanti (deciso dalla passata Giunta regionale Marini) a riguardo della pillola abortiva Ru486, ovvero la somministrazione in Day Hospital obbligando un ricovero di tre giorni. Ora invece il Ministro ha concesso l'ipotesi di Day Hospital a livello nazionale. Esulta la Rete 10 Dicembre, che riunisce decine di associazioni e organizzazioni di Perugia e dell’Umbria, mentre dure critiche arrivano dal Popolo della Famiglia Umbria. 

I primi hanno ribadito che si tratta di una scelta di civiltà: "L'aborto farmacologico con la pillola Ru486 è sicuro. Va fatto in regime di “day hospital” nelle strutture pubbliche e private convenzionate, nessuno potrà obbligare le donne a un ricovero di alcuni giorni e poco dopo aver assunto il medicinale potranno tornare alle loro case. La novità è nelle nuove linee d'indirizzo per l'interruzione volontaria di gravidanza che verranno emanate dal ministero della Salute elaborate dopo che il ministro Roberto Speranza ha ricevuto il parere del Consiglio superiore di sanità. È una scelta di civiltà che, seppur con notevole e colpevole ritardo, ci allinea ai paesi europei più progrediti. Un obiettivo raggiunto grazie alla mobilitazione delle donne contro la decisione della presidente Tesei della Regione Umbria che pretendeva un ricovero di alcuni giorni per le donne che avessero voluto utilizzarla".

Il Popolo della Famiglia parla di una sconfitta per tutti ed è pronto ad una battaglia politica: "L’aborto è sempre una sconfitta, da qualsiasi angolazione lo si guardi, sia dal punto di vista della vita, sia dal punto di vista culturale. E oggi ne possiamo constatare le drammatiche conseguenze con le nascite ai minimi storici. Consegnare però le donne ad un percorso di interruzione volontaria di gravidanza a chilometri zero, addirittura in casa, senza adeguato monitoraggio o controllo, è un altro passo verso l’autodistruzione del valore della maternità e, soprattutto, della vita stessa. Come Popolo della Famiglia saremo sempre pronti ad intraprendere ogni possibile battaglia in difesa di ciò che spesso viene ritenuto uno scarto e faremo tutto quello che sarà necessario pur di riuscire a contenere i danni dell’aborto provocato chirurgicamente o per via farmacologica. Le donne non devono essere informate in modo parziale su quello che sta accadendo sulla loro pelle".

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