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Piano per l'Aeroporto dell'Umbria: 12 milioni in 3 anni dalla Regione per arrivare a 500mila passeggeri. Primo via libera, ma Pd e 5 Stelle non votano

L'atto discusso in Prima Commissione. Gli incentivi per rafforzare le rotte con nuove compagnie e studiare un piano della mobilità per raggiungere la struttura

Dodici milioni in tre anni per incentivare l'aeroporto dell'Umbria, considerato stategico dalla Giunta Tesei, per il settore turismo. Dopo aver ricapitalizzato la società gestrice - la sase - la Governatrice ha messo nero su bianco una anche serie di contributi-incentivi da qui ai prossimi 3 anni in grado di incidere su ammodernamento, attrattiva e potenziameno delle rotte da e per Perugia. Il piano è stato approvato direttamente dalla Prima commissione diretta dal consigliere Daniele Nicchi. I dodici milioni di euro saranno eventualmente investiti così: un contributo al rilancio stabile dell’aeroporto per puntare al traguardo dei 500mila passeggeri, volume massimo della struttura, e per valorizzare gli ingentissimi fondi pubblici spesi

L'aeroporto, secondo il Piano, è un elemento fondamentale per superare l’isolamento infrastrutturale dell’Umbria, uno strumento di promozione dell’Umbria per l’incoming turistico ed economico, per rendere l’Umbria maggiormente attrattiva anche per studio, lavoro, investimenti e imprenditorialità, cosa che determinerebbe un notevole incremento del Pil regionale. I fondi sono stati già previsti a bilancio.  Il 2021 ha visto la struttura resistere bene: ci sono 15 rotte, di cui 9 internazionali e con un collegamento ad un hub internazionale come Londra. Si sta lavorando per creare intorno all’Aeroporto un sistema integrato di intermodalità (taxi, mini-bus e bus urbani).

Se la maggioranza di centrodesta ha ribadito pieno appoggio al progetto. Pd e Movimento 5 Stelle hanno parlato di ennessimo assegno in biano senza un vero e proprio piano strategico. "Sarebbe servita maggiore partecipazione e confronto. Nel piano industriale approvato da Sase ci sono questioni che andrebbero sviscerate. Servirebbe inserire una clausola valutativa per monitorare cosa verrà fatto e i risultati raggiunti”. ha ribadito in commissione la sua posizione Thomas De Luca. Mentre la Porzi del Pd:"“la non partecipazione al voto è motivata da una metodologia che ci vede coinvolti a fasi alterne. Serve un confronto serio. Per elargire il contributo, che è quadruplicato rispetto al passato, sarebbe bastata una delibera di Giunta. Ci è stato risposto che la legge serviva per coinvolgerci, ma le nostre richieste sono state respinte al mittente”.

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