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Umbria Mobilità, richiesta indagine sul vecchio Cda per i 120 milioni di debiti

Ora c'è l'ipotesi di un esposto alla magistratura a carico del vecchio consiglio di amministrazione "a causa della drammatica crisi aziendale". L'opposizione ha chiesto l'intervento di Regione, Provincia e Comune

Tra minacce di sciopero, bilanci che non tornano, audizioni, crediti che non rientrano e polemiche politiche, ci si è dimenticati di capire e conoscere se ci sono delle responsabilità oggettive degli amministratori di Umbria Mobilità - nominati dalle istituzioni come Provincia, Regione - che sono stati poi licenziati e sostituiti alla fine del 2012 in piena bufera. D'altronde i bilanci parlano chiaro meno 7milioni nel 2012 e un indebitamento che viaggia intorno ai 120 milioni di euro: 90 con le banche e altri 30 con i fornitori. Inevitabile che i riflettori si riaccendano sul vecchio Consiglio di amministrazione.

E le luci le vogliono riaccendere i consiglieri regionali del Pdl Massimo Monni e Rocco Valentino. Dall'opposizione è arrivato un ultimatum al Presidente regionale Catiuscia Marini, al Presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi e il sindaco Wladimiro Boccali. "La crisi di Umbria Mobilità non è casuale - hanno spiegato Valentino e Monni - ma si sviluppata e consolidata sotto la gestione del vecchio Cda. E' necessario dunque conoscere le eventuali colpe, errori e danni degli amministratori. Chiediamo un immediato esposto alla magistratura da parte dei soci e se verranno trovate delle irregolarità è necessario costituirsi parte civile". Il Pdl teme però che l'esposto non sarà mai fatto "per ragioni di opportunità politica".

"Stiamo valutando con i nostri legali - ha continuato Monni - se è possibile agire contro il Cda direttamente come singoli consiglieri regionali di opposizione in quanto, in democrazia, spetta a noi il controllo dell'amministrazione della maggioranza. Non vorremmo che le istituzioni che hanno nominato quel Cda facciano di tutto per evitare che saltino fuori eventuali responsabilità sulla grave crisi che affligge Umbria Mobilità". L'esposto contro il vecchio Cda sarebbe obbligato anche per gli effetti negativi ricaduti sui cittadini e il personale di Umbria Mobilità.

"Una situazione di cui pagheranno le conseguenze i cittadini - ha spiegato Rocco Valentino - che hanno già visto tagliare le corse e rischiano di dover pagare un biglietto più costoso, e i dipendenti, che sono 1200 senza contare un rilevante indotto. Autisti e lavoratori di Umbria mobilità non devono risentire di una gestione pubblica che si è dimostrata poco attenta e capace. Esiste un sistema di scatole cinesi, una rete di società che ruotano intorno a Umbria mobilità, che fanno riferimento a precisi partiti del centrosinistra, che infatti sulla crisi della società regionale del trasporto pubblico non si sono espressi". 

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