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Umbria Mobilità cambia pelle e Cda: polemiche, politica e posti di lavoro

La privatizzazione approvato del servizio pubblico e le accuse di conflitto di interessi su una nomina scuotono il servizio di trasporto pubblico regionale che è ormai in mano ai privati. Il Pd attacca il sindaco Romizi

Polemiche, politica e posti di lavoro: le tre "p" sono ormai la costante del futuro di Umbria Mobilità che passa tutta in mano al socio privato - Busitalia - dopo la decisione dei soci pubblici di dismettere anche l'ultimo 30 per cento di azioni pubbliche. Una scelta che non piace i sindacati che temono sia esuberi che il taglio dei chilometri di servizio a tutto svantaggio degli utenti. 

“Le preoccupazioni paventate al congresso regionale dell’Umbria dello scorso 25 maggio si sono rivelate purtroppo vere” è il commento del segretario regionale dell’Umbria di Uil trasporti, Alessandro Emili “Le istituzioni umbre, con questa decisione hanno di fatto sancito il fallimento del progetto di riorganizzazione dei servizi pubblici iniziato nel 2010 con la costituzione dell’azienda unica regionale. Il disimpegno completo dalla gestione dell’azienda è, secondo noi, l’ulteriore dimostrazione dell’incapacità della politica umbra nel gestire i processi di così vitale importanza".

"Auspichiamo almeno la garanzia di erogazione degli attuali servizi e il mantenimento delle risorse attualmente destinate al trasporto locale umbro – ha concluso Emili – e che nel bando di gara per l’affidamento dei servizi che si predisporrà prossimamente siano previste apposite clausole di garanzia per l’applicazione dei contratti nazionali e locali nel rispetto della legge regionale sul Trasporto pubblico locale 37 del 18 novembre 1998, così come modificata dalla legge regionale 5 del 2012, nonché le opportune clausole di salvaguardia dei livelli occupazionali”.

Ma l'ultima assemblea non si è occupata solo della vendita del 30 per cento di azioni pubbliche: infatti l'altro argomento scottante è stato quello delle nuove nomine. Il Pd, finito all'opposizione a Perugia, ha sparato a zero sulla designazione dell’avvocato Delia Adriani da parte della Giunta Romizi. L'avvocato ha preso il posto di De Paolis. Per il Pd c'è un conflitto di interesse: "Diviene rilevante – scrive in una nota il consigliere comunale Diego Mencaroni – far presente come nello stesso studio legale dove è stato impiegato il sindaco Romizi fino alla sua elezione, eserciti anche l’Avvocato Adriani, che di conseguenza è “collega” del Sindaco e subordinata all’avvocato Modena. Non va nemmeno tralasciato il ruolo di Delia Adriani, che come mandatario elettorale di Andrea Romizi, viene in un certo senso ricompensata con questa nomina". C'è da dire comunque che l'avvocato ha un curriculum di tutto rispetto al di là della vicinanza con il sindaco e il centrodestra.

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