Regionali 2015, rispunta il doppio turno per la nuova legge regionale
I centristi lanciano un appello al Pd e a Forza Italia per votare la propria proposta di legge regionale che vuole esaltare la decisione degli elettori-cittadini. Ecco i 5 punti proposti
Siamo ad ottobre, tra meno di 6 mesi, si andrà al voto per le regionali 2015 e ancora non ci sono certezze, né testi approvati, per la nuova legge regionale con cui gli umbri dovrebbero scegliere il futuro governo per altri 5 anni.
A smuovere le acque dello stagno umbro (politico si intende) ci hanno pensato gli esponenti dell'Udc che hanno lanciato un doppio appello rivolto sia al Pd che al centrodestra. Sandra Monacelli - capogruppo Udc - e il responsabile regionale Maurizio Ronconi hanno presentato la propria proposta di legge elettorale regionale.
Cinque punti chiari e semplici ma che rischiano di essere indigesti per i maggiori partiti: 1) doppio turno come per le comunali (per nulla gradito al Pd) in caso che nessuna coalizione o forza politica abbiamo superato il 50 per cento dei consensi. Punto secondo: metodo di calcolo per la ripartizione dei seggi che non penalizzi i partiti più piccoli che in caso contrario saranno fuori dall'assemblea. Punto terzo: collegio unico regionale e non più due su base provinciale. Questo vuol dire che un perugino può votare anche un candidato ternano o viceversa. Quarto: il candidato presidente perdente eletto solo se prende preferenze dirette e quindi deve essere candidato in una lista. Non più la elezione diretta (il centrodestra non amerà questa proposta...). Ultimo punto: premio di maggioranza solo a coloro che al primo turno superano il 45% per evitare che con il 30-35 per cento una coalizione diventi una maggioranza con quasi il 60% degli eletti.
L'Udc è convinta che questa legge elettorale sia in linea con il renzismo (da qui l'appello al Pd per votare a favore) che con la voglia di cambiamento del centrodestra (sul modello Perugia). I centristi intanto hanno dato già una disponibilità ad allearsi con il candidato presidente Claudio Ricci (Umbria Popolare) a patto però che faccia chiarezza su programma, progetti e uomini. Non è piaciuta l'entrata dell'ex leghista Cirignoni... considerato troppo poco di centro e molto di destra.