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Dimissioni Marini, cosa succederà alla Regione Umbria: elezioni in estate o in autunno

Le dimissioni della governatrice al vaglio del consiglio regionale, Palazzo Donini in mano al vicepresidente Paparelli (solo per l'ordinario)

E' uscita da Palazzo Donini, dimissionaria, poco prima delle 20 del 16 aprile. La lettera consegnata alla presidente del consiglio regionale Donatella Porzi e il timone affidato al vicepresidente Fabio Paparelli, solo per la gestione dell'ordinario.

Catiuscia Marini, alla fine, ha rassegnato le dimissioni da presidente della Regione Umbria dopo l'inchiesta sanità che ha travolto il Pd dell'Umbria, con un ex assessore regionale (Barberini) e l'ex segretario regionale (Bocci) agli arresti domiciliari.
Nella lettera pubblica di dimissioni ha scritto: "Io sono una persona perbene, per me la politica è sempre stata ‘fare l’interesse generale’, da Sindaco della mia Città, da Europarlamentare, ed in questi anni da Presidente di Regione". E anche: "Quello che sta accadendo non solo mi addolora, ma mi sconvolge e sono sicura che ne uscirò personalmente a testa alta, perché, credetemi, io non ho niente a che fare con pratiche di esercizio del potere che non siano rispettose delle regole e della trasparenza, rifuggendo sempre da consorterie e gruppi di potere".

Inchiesta sanità, Catiuscia Marini rassegna le dimissioni da presidente della Regione Umbria

E ora che succede? C'è l'articolo 64 dello statuto regionale, intitolato "Cessazione dalla carica e sostituzione del Presidente". E' questo il caso. Comma uno: "Nella ipotesi di rimozione, impedimento permanente, morte o dimissioni volontarie del Presidente della Giunta, subentra nella carica, fino alla elezione del nuovo Presidente, il Vice Presidente, designato fra i componenti della Giunta per l’ordinaria amministrazione". 
Comma due: "Il Vice Presidente sostituisce il Presidente nei casi di assenza e di impedimento temporaneo".

E comma tre, quello che descrive la strada davanti alla lettera: "Nella ipotesi di dimissioni volontarie non determinate da ragioni personali, il Presidente della Giunta deve motivarle di fronte all'Assemblea legislativa . L'Assemblea a maggioranza assoluta dei componenti può invitarlo a recedere dalle dimissioni. Entro quindici giorni il Presidente comunica davanti all'Assemblea se intende confermare le dimissioni o recedere dalle stesse". 

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Per Martedì 23, in consiglio regionale, la presidente Porzi ha (o aveva, per meglio dire) fissato la discussione delle tre mozioni di sfiducia alla presidente. Atti che decadono, superati dagli eventi, ma potrebbe essere il giorno buono per le "motivazioni". Indizio: nella lettera di dimissioni della Marini c'è il passaggio "motivazioni di natura politica". Riferimento velato (neanche troppo) all'inchiesta sanità? Si vedrà. I capigruppo del centrosinistra, con una nota, avevano espresso "fiducia nella Marini e nel suo operato". Sarà così anche in aula? Un dietrofront di questo tipo, con qualsiasi motivazioni portata a sostegno, sarebbe quantomeno impervio, politicamente parlando. Per dirne una: a maggio ci sono le elezioni amministrative in Umbria, con partite pesanti come Perugia e Foligno. 

E le elezioni, posto che l'assemblea voti per confermare le dimissioni? Nulla è ancora deciso. O, per dirla in altro modo, è un balletto di date (probabili). Perché il vicepresidente regionale, da sentenza della Corte costituzionale, ha 90 giorni per  convocare nuove elezioni. E allora sarà estate, pienissima estate. Fine luglio, primi di agosto. Ma tra novembre e dicembre si voterà per le regionali in Calabria e in Emilia Romagna e il governo potrebbe unire l'Umbria. L'ipotesi, a questo punto, è il voto in autunno (inoltrato). Si vedrà, anche qui. Tempo al tempo, ammesso che ce ne sia. 

Inchiesta sanità in Umbria, Marini rassegna le dimissioni da presidente della Regione: la lettera

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