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In 5 anni persi 16mila abitanti. La proposta anti-spopolamento: "Soldi per chi torna a popolare la Lilliput Umbria"

I dati sono drammatici ma dopo anni di silenzio finalmente se ne parlerà in consiglio regionale. De Luca: "Imitiamo il Molise: in seicento hanno aderito al bando"

E' uno dei temi più drammatici dell'Umbria in cerca di un rilancio e di futuro. Sta alla base della tenuta economica e sociale della regione. Eppure di spopolamento, con le vecchie amministrazioni regionali se ne è parlato poco, anzi pochissimo, senza individuare delle soluzione ad hoc. I dati della pubblica (e regionale) Agenzia Umbria Ricerca parlano chiaro: la popolazione al 1° gennaio 2014 era pari a 896.742 mentre al 30 giugno 2019 era 879.859; in cinque anni e mezzo si sono persi 16.883 abitanti. E' sparito un comune grande come Todi o come Umbertide, territori che nella lillipuziana umbra sono considerati grandi comuni. E le previsioni a lungo raggio fanno paura: se in 20 anni non si inverte la rotta la perdita sarà pari al numero degli abitanti di Terni, la seconda città dell'Umbria. 

Ben venga dunque la proposta del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale che, al di la dei contenuti, di fatto apre una discussione da tanto tempo attesa e puntualmente disattera dagli amministratori. In poche parole: come fermare lo spopolamento? Thomas De Luca, capogruppo stellato, ha preso spunto da una legge del Molise per far tornare a popolare le zona rurali (la montagna e i piccoli centri) dando un contributo. “Settecento euro al mese a chi decide di trasferirsi nelle aree spopolate della regione ed aprire un’attività di natura economica o legata ai servizi per la comunità. Questo è quanto sta avvenendo in Molise, dove la legge per il reddito di residenza attiva è diventata realtà, spingendo oltre 600 persone e famiglie provenienti dai cinque continenti a partecipare ad un apposito bando e presentare progetti ideati per potersi trasferire”. Questa è la base della discussione ma, cifre a parte, l'obiettivo è quello che si “riesca ad individuare uno strumento simile, facendo ovviamente il conto con il contesto locale e le differenti problematiche e necessità del nostro territorio”.

Secondo l’esponente del M5S in Umbria occorre fermare l’emorragia di persone che stanno abbandonando le zone rurali, un fenomeno che nel corso degli anni ha interessato principalmente l’area dell'Appennino e i monti Martani, zone che sono state ampiamente provate dal dramma del terremoto, ma che rappresentano la nostra storia, le nostre origini e il dna del popolo umbro. 

"Credo che sarebbero tanti i nostri conterranei che, se incentivati, coglierebbero al volo la possibilità di vivere di costruirsi un occupazione ed un futuro in zone meravigliose, dove il contesto sociale sano, la solidarietà tra residenti si uniscono alla bellezza di paesaggi integri dal punto di vista ambientale e naturalistico. Per questo – conclude - sono già al lavoro per stilare una proposta di legge da condividere e che spero possa quindi trovare il più ampio supporto sia dalle forze politiche di minoranza che dalla maggioranza”. Fare presto è la parola d'ordine. E stavolta soprattutto fare qualcosa di serio, non lo solite chiacchiere con quattro dati pronunciati in aula. 

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