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Pazienti da fuori regione, crolla la mobilità sanitaria, Porzi attacca la Tesei. In negativo però gli anni del Covid

È quanto sostiene la consigliera regionale Donatella Porzi, (gruppo misto-Azione) che addossa tutte le responsabilità alla gestione della giunta Tesei

La mobilità sanitaria, cioè pazienti che venivano da altre regioni per curarsi in Umbria, era un vanto, adesso non è ppiù così.

È quanto sostiene la consigliera regionale Donatella Porzi, (gruppo misto-Azione) che addossa tutte le responsabilità alla gestione della giunta Tesei.

Numeri alla mano, presi dal rendiconto della Corte dei conti, secondo la consigliera Porzi “dall’analisi della mobilità attiva e passiva emerge la forte capacità attrattiva delle regioni del nord, cui corrisponde quella estremamente limitata delle regioni del centro-sud”.

Secondo questi numeri nel decennio di riferimento 2012-2021 è passata “da una forte attratività in entrata, che permetteva anche a cittadini di altre regioni di ricevere cure di eccellenza, a una drammatica passività che ha visto il suo culmine negativo negli anni 2020 e 2021”, che comunque sono stati contrassegnati dall’emergenza Coronavirus.

Dai 25,67 milioni di euro di attivo del 2017 e dai 20 milioni del 2018 di guadagni per mobilità sanitaria attiva si è passati ai -10 milioni del 2020 e ai -9 milioni del 2021. “I numeri ci dicono che gli umbri scappano dalla sanità regionale perché non la ritengono all’altezza di offrire prestazioni dignitose – afferma Porzi -Nonostante gli enormi sforzi di tutto il personale sanitario, che per noi continua ad essere eroico, assistiamo alla distruzione massiva del sistema pubblico sanitario regionale universale”.

Numeri che incidono sul totale delle spese sanitarie regionali, che registrano un -230 milioni di euro, che per la consigliera Porzi “i cittadini umbri saranno chiamati a versare in prima persona con l’aumento delle tasse se si dovesse verificare il commissariamento”.

Secondo la consigliera Porzi ci si trova di fronte ad “un grave sbilancio strutturale del sistema, che contraddice radicalmente i roboanti annunci pre-elettorali circa la costruzione di nuovi ospedali, la riapertura di quelli chiusi e la conseguente assunzione di personale tanto sbandierata che i numeri smentiscono in maniera impietosa”.

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