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Da assessore a leader anti-Marini, Barberini all'attacco: "Io sono per il cambiamento e per i cittadini"

L'ex assessore accolto da una folla di fedelissimi nel giorno del suo sfogo post-dimissioni. Attacco duro alla Marini, ai potentati umbri che gestiscono da 20 anni la sanità. Applausi quando boccia Orlandi, neo direttore generale alla sanità della Regione Umbria

Più che una conferenza stampa, sembrava di assistere per chi fa il giornalista, ad una convention di corrente politica, di quelle che contano e che hanno un seguito tangibile. Nel giorno delle motivazioni dell'addio dell'ex assessore alla sanità, Luca Barberini, i centristi del Pd, i bocciano e i differenti renziani si sono stretti intorno all'uomo più votato nel partito democratico e che ha rinunciato alla poltrona di assessore perchè si è sentito "tradito" e "mai interpellato" sulle nomine dei direttori generali della Regione e sulle nomine dei vertici delle aziende ospedaliere e della sanità diffusa sul territorio.

Non sorprendono gli applausi - inusuali per una conferenza stampa - che interrompono sovente il discorso di un deciso, per nulla emozionato, Luca Barberini che può contare sulla vicinanza del sottosegretario Gianpiero Bocci - capo corrente - e di ben 4 consiglieri regionali: Porzi, Brega, Smacchi e Guasticchi. La conferenza stampa era destinata a fare molto rumore e a sancire una crisi mai vista nella maggioranza di centrosinistra che appoggia la Marini. I rischi sono tanti e alla lunga possono diventare anche mortali per il secondo mandato della Governatrice Marini. Per questo i pompieri del Pd sono in azione a livello regionale e nazionale.

Ma ora è guerra, guerra dura. Infatti, prima della conferenza di Barberini, è trapelata la notizia che nel pomeriggio dalla Giunta arriverà una risposta concreta alle critiche e che "va verso gli interessi della sanità e degli umbri". In attesa del colpo a sorpresa va giù duro l'ex assessore che usa parole come "tradimento, sgarbo, mancata innovazione, lottizzazione, guerra per bande, potentati ventennali". Ecco i passaggi più importanti 

"ARROGANZA MAI VISTA" - "Ho considerato queste scelte che, venivano via annunciate e costruite, come una sorta di sgarbo politico, sgarbo personale. Uno sgarbo politico verso i cittadini - sono stato sempre tra i più votati dal 2010 ad oggi -, i professionisti e i giovani che nell'ultima campagna elettorale ci hanno detto più volte: ' state attenti, cercato di interpretare i bisogno e le esigenze della gente, cercate di fare lavoro di squadra ma soprattutto cercate di dare risposto che siano anche di cambiamento e di discontinuità e di innovazione". 

"TRADITO E MAI ASCOLTATO SULLE NOMINE" - "Il metodo e le scelte effettuate dalla Presidente e dalla Giunta sono state di un'arroganza mai vista. L'assessore al ramo, ovvero il sottoscritto non è stato mai coinvolto. Nonostante avessi chiesto più volte di prendere tempo, di continuare a discutere anche perchè c'era tempo dato che i nominati prenderanno servizio, nei rispettivi ruoli, dal primo marzo. Sono stato coinvolto solo nella fase finale, quella decisionale".

"SCEGLIERE... NON PER LOTTIZZARE" - "Quando si parla di direttori generali e di nomine nella sanità sembra emergere una logica spartitoria, una lotta tra bande, una lotta tra persone rappresentanti di aree politiche. Per me non è così e non deve essere così. Io penso che la politica, la buona politica debba avere il coraggio di dire che si assume la responsabilità di scegliere, non per lottizzare, ma per scegliere le persone che sappiano interpretare le scelte politiche, che sappiano utilizzare al meglio le risorse pubbliche che sappiano dare le migliore risposte ai cittadini e che abbiano il coraggio di ridisegnare un nuovo modello in sanità soprattutto". 

"LA SOLITA VECCHIA POLITICA" - "Io non discuto sul valore - che è anche antipatico - dei direttori generali e delle nomine in genere, credo però che noi se vogliamo veramente cambiare la regione dobbiamo lanciare dei segnali di innovazione, di discontinuità. Sulle persone non voglio parlare, ma è il metodo che contesto". 

ATTACCO PESANTE ALL'ONNIPRESENTE WALTER ORLANDI - "Io avrei preferito che il dottor Duca rimanesse ai vertici dell'assessorato regionale perchè è uomo capace ed è fondamentale per scelte che si dovranno fare da qui ai prossimi mesi. Conosce la macchina e sa rappresentare le esigenze dei cittadini. E' ovvio che invece discuto la nomina di Orlandi, nuovo direttore generale della Regione al welfare e sanità. Lo discuto con chiarezza, non metto in dubbio la qualità della persona, ma ribadisco che in una Regione piccola come la nostra, quando si è al governo della sanità da 20 anni è ora di cambiare settore. E' una vergogna dirlo? Io penso di no".

Tornare indietro non si può dopo queste parole e lo sa bene Luca Barberini che non ci pensa minimamente. Ora deve guardare avanti magari proprio verso la presidenza della Giunta regionale nel futuro prossimo o alla guida del comune di Foligno. Eh già perchè Barberini ha parlato da potenziale leader Pd e non più da bravo ragazzo-commercialista fedele alla politica sociale di Mamma Chiesa e al Sottosegretario Gianpiero Bocci. Un leader è nato. Ma durerà?

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