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Bonus spesa, i sindaci umbri : "Massimo impegno, ma attendiamo regole". "Il cittadini chiedono: ma noi non sappiamo rispondere"

Ieri sera l'annuncio del Governo sul piano e sull'ulteriore compito dato ai territori. I primi cittadini sono in attesa di avere il testo ufficiale. La rabbia degli amministratori leghisti: "Nessuna concertazione con gli enti locali"

Il piano nazionale per garantire il cibo, anche in Umbria, ai poveri e ai nuovi poveri - coloro che con il blocco determinato dall'emergenza non possono lavorare, non hanno liquidità e sono oberati da affitti e bollette - è tutto sulle spalle dei sindaci. Amministratori spesso con uffici ridotti al minimo, con servizi sociali accorpati con altri piccoli municipi e con altre infinite responsabilità - dalla sospensione dei tributi alla gestione dei casi di Covid 19 -. Ieri l'annuncio in Tv del Premier Conte sul piano straordinario incentrato su pacchi viveri e buoni per le spesa, ora  però si attendono le indicazioni, le modalità e i parametri per una reale e tempestiva consegna a persone che hanno bisogno.

Sono ore di attesa e di tensione anche tra i sindaci. Il Presidente di Anci Umbria Francesco De Rebotti - il portavoce dei primi cittadini - ha promesso massimo impegno ma ha spiegato che saranno fondamentali le comunicazioni da Roma che al momento non sono arrivate.  “Stiamo seguendo con attenzione le novità emerse dalla conferenza stampa di questa sera e ci predisponiamo a capire con quali tempi, procedure, criteri e risorse effettive potremo affrontare il ruolo che ci è stato assegnato.Cercheremo di gestire al meglio un’aspettativa che i nostri cittadini non dovranno vedere delusa: un sostegno a coloro che stanno vivendo una fase di difficoltà straordinaria".

Forti malumori invece arrivano dai sindaci della Lega: Leonardo Latini (Terni), Stefano Zuccarini (Foligno), Francesca Mele (Marsciano), Manuel Petruccioli (Giano dell'Umbria), Fabrizio Gareggia (Cannara), Luca Carizia (Umbertide). "Il Governo Conte scarica i problemi e le responsabilità sui sindaci dopo aver fatto la stessa cosa prima con gli ospedali, poi con i governatori di Regione. Ancora una volta abbiamo assistito ad una conferenza stampa che ha creato delle false aspettative: il premier Conte ha annunciato di aver sbloccato 4,3 miliardi di euro del fondo di solidarietà per i Comuni, ma non ha specificato che tali risorse erano già state messe a bilancio e quindi non rappresentano alcun aiuto ulteriore per gli enti locali".

Durissimi anche sul piano nazionale per gli aiuti ai più bisognosi: "Ancora una volta anticipa l’uscita del DPCM creando solo problemi e confusione. Quali sono i criteri di ripartizione ai comuni? Quali sono i criteri di accesso al contributo da parte dei cittadini? Qual è il meccanismo di erogazione del materiale? Chi dovrà occuparsene e in che modo per evitare assembramenti? Molte persone già ci stanno scrivendo per capire cosa devono fare per accedere a questi aiuti, ma non ci hanno messi nella condizione di dare risposte minime". I sindaci leghisti temono, se da Roma non arriveranno spiegazioni e documentazione certa, problemi in vista a partire da lunedi: "Rischiamo di trovare alla porta dei comuni tanti cittadini ai quali non potremo dare risposte. Ancora una volta la questione è stata gestita con mancanza di metodo e senza il coinvolgimento degli enti locali. Da parte nostra non rimarremo inermi ad attendere che ci vengano fornite pseudosoluzioni dall'alto inefficaci ed inadeguate. I nostri cittadini e i nostri territori meritano molto di più".

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