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"Legittima l'assunzione di quel dirigente": selezione regolare al Comune di Spoleto, stop a maxi risarcimento

Il Consiglio di Stato ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso proposto da un ricorente che era stato accolto in precedenza dal Tar

Claudio Gori viene confermato nel suo incarico di dirigente finanziario del Comune di Spoleto. Con sentenza del Consiglio di Stato del 4 aprile è stata infatti riformata la sentenza di Primo Grado emessa dal TAR dell’Umbria con la quale Antonio Lavorato - terzo classificato al concorso pubblico a tempo indeterminato per l’incarico di dirigente finanziario, indetto dal Comune di Spoleto nel 2010 – aveva ottenuto l’annullamento della procedura selettiva. Una procedura utilizzata dal Comune di Spoleto nel 2014 per il conferimento dell’incarico a tempo determinato di Claudio Gori.

Il Consiglio di Stato ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Lavorato dichiarando "il difetto di giurisdizione del TAR . La procedura selettiva che ha condotto alla nomina di Claudio Gori, in applicazione del articolo 110 del Testo Unico degli Enti Locali, secondo il Consiglio di Stato non ha le caratteristiche del concorso pubblico né tantomeno quelle delle procedure concorsuali per l’assunzione dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Pertanto la materia non può essere trattata dalla Giurisdizione Amministrativa ma dal Giudice ordinario". 

La Cassazione ha dunque confermato il corretto operato dell’Amministrazione Comunale di Spoleto che ha posto in essere una procedura selettiva finalizzata ad accertare, tra coloro che avevano presentato la domanda, quale fosse il profilo professionale maggiormente rispondente alle esigenze di copertura dall’esterno dell’incarico dirigenziale e non quindi una procedura “paraconcorsuale”, come inizialmente ritenuto dal TAR.

La Cassazione ha inoltre stabilito che la selezione del Comune, pur essendo aperta, mantiene le caratteristiche della scelta fiduciaria tipica del potere privatistico riconosciuto alle Amministrazioni pubbliche in materia di personale dipendente. Ciò viene confermato dagli atti di conferimento dell’incarico a favore di Claudio Gori impugnati da Lavorato, in quanto, secondo il Consiglio di Stato, non compare in essi alcuna graduatoria ma solo un giudizio finale di maggiore idoneità del candidato, selezionato dall’amministrazione tra coloro che avevano presentato domanda e che avevano dimostrato un profilo professionale maggiormente rispondente alle esigenze di copertura dell’incarico dirigenziale da parte del Comune. 

L’amministrazione Cardarelli infatti nel 2014 era alla ricerca di una specifica professionalità per il risanamento del bilancio a seguito del gravissimo disavanzo emerso in occasione del riaccertamento straordinario del 2013 ed era mossa inoltre dalla necessità di applicare i nuovi principi contabili. La sentenza della Cassazione ha respinto inoltre la richiesta di risarcimento al Comune di 234mila euro avanzata da Lavorato.

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