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Sanitopoli in Umbria, Riommi ribatte: "Estraneo ai fatti"

Dopo la bufera derivata dalla conclusione delle indagini della Procura su Sanitopoli, l'avvocato dell'assessore Vincenzo Riommi afferma l'innocenza del proprio assistito

L'assessore regionale con delega all'economia, Vincenzo Riommi sottolinea la sua completa estraneità ai fatti che gli vengono contestati nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Perugia relativa alle assunzioni pilotate della Asl 3: "Nel massimo rispetto e fiducia nell’operato della Magistratura, rivendico la mia completa estraneità ai fatti oggetto di rilievo penale e preciso che i medesimi non possono trovare riscontri in alcun elemento storico o circostanza di fatto, oggettivamente inesistente. Sono in condizione di provare quanto affermo davanti agli organi giudiziari''.

Tra gli altri indagati di Sanitopoli ci sono anche l'ex presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, l'allora suo vice Carlo Liviantoni, l'ex assessore Maurizio Rosi, l’ex capo di gabinetto Sandra Santoni, il dirigente della Asl 3 Gigliola Rosignoli e il consigliere del Pd Luca Barberini.

Il legale di Riommi, Nicola Di Mario  ha aggiunto che: "L'imputazione provvisoria muove dall'errato presupposto che Riommi fosse, all'epoca dei fatti, dal maggio al luglio 2010, assessore al bilancio della Regione, invece che titolare, quale era, della delega alla sanità. Ho preso atto della censura di addebito elevata a carico del dott. Riommi dalla Procura di Perugia nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Pur riservando al suo contesto naturale e cioè alle sedi giudiziarie competenti, ogni analitica contestazione sulla totale infondatezza giuridica delle ipotesi di reato formulate dai pubblici ministeri, devo chiarire, da subito, come il mio assistito risulti completamente estraneo alle procedure di reclutamento del personale eseguite, in via autonoma, da Webred Servizi".


 

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