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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"Insieme per la sanità dei prossimi 50 anni", accordo Regione Umbria-Università di Perugia: le tappe e i punti di partenza

Oliviero e Tesei firmano il memorandum: "Entro la fine dell'anno i decreti attuativi della nuova convenzione". Il Rettore: "Riuniamo i tre dipartimenti di Medicina"

"Non possiamo permetterci di perdere tempo", scandisce la nuova Governatrice dell'Umbria. Il tavolo tra Palazzo Murena e Palazzo Donini “si insedierà formalmente entro il mese di febbraio 2020”, conclusione dei lavori istruttori – cioè redazione della bozza - “entro giugno 2020, con la formulazione di una articolata proposta di integrazione Regione-Università per il maggior beneficio dei cittadini umbri” e “adottare i nuovi modelli organizzativi entro il 31.12.2020, anche per consentirne un adeguato recepimento nel piano sanitario regionale”. Tradotto: entro fine anno la firma dei decreti attuativi.

VIDEO Memorandum Salute, Oliviero: "Servizi e prestazioni di livello mondiale per la collettività: riorganizzazione e strategia"

Tempi stretti e messi nero su bianco, come la firma in calce. Il memorandum che apre la strada alla convenzione sulla sanità tra Regione Umbria e Università degli Studi di Perugia vede le stampe e l'inchiostro delle penne del Rettore Maurizio Oliviero e della Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei. “Una data importante, è l'inizio di un percorso virtuoso per realizzare una visione della sanità dell'Umbria per i prossimi 50 anni”, dice la Governatrice. Il Rettore, invece, la mette sul giornalistico: “Se potessi dare un titolo a questo giorno sarebbe questo: un'Università al servizio di questa comunità”. Sul fronte universitario, poi, c'è un'altra novità: "L'area medica suddivisa in tre dipartimenti crea conflittualità interna e non permette di perseguire questo progetto di sanità e salute". Tradotto: si torna alla Facoltà unica, con l'idea accorpare i tre dipartimenti dell'area medica. Tutti per uno, uno per tutti. 

VIDEO Memorandum Salute, Tesei: "Importante avere un progetto con l'Università, poi individueremo le persone giuste"

Con le parole del memorandum suona così: “Decisione congiunta della Giunta Regionale e dell’Ateneo di ottimizzare e di “mettere a sistema” le rispettive risorse e competenze, per costruire un percorso di salute a beneficio, innanzitutto, di tutti i cittadini umbri e che possa porsi, più in generale, quale strumento di ulteriore crescita culturale, economica e sociale della Regione”. E si parla di Salute, non di sanità, definita nella Premessa come “bene primario, un diritto inalienabile costituzionalmente tutelato, per ogni persona. È altresì fonte di stabilità sociale e lavorativa per l’insieme della cittadinanza e anche per questo va adeguatamente tutelata e promossa”.

E ancora: “La qualità delle prestazioni sanitarie erogate in Umbria è di indiscutibile valore; lo dimostra il fatto che la Regione è stabilmente considerata “benchmark” per la Sanità negli ultimi anni”.

La cura delle malattie, si legge, “non deve essere l’unico scopo di un sistema sanitario. Oggi è imprescindibile il perseguimento di aspetti altrettanto importanti: la salute delle comunità e la prevenzione primaria al fine di ridurre l’instaurarsi di patologie, ma ancor più la promozione di uno stato di “benessere” fisico e psicologico”. Non è tutto: “Il sistema della salute - spiega il memorandum - rappresenta un potente meccanismo di crescita economica e occupazionale oltre che uno strumento di sviluppo culturale e di incremento costante del capitale sociale. Una Sanità efficiente ed efficace può essere attrattiva anche per persone provenienti da altre regioni, favorendo in tal modo un ulteriore incremento economico per la regione, con effetti virtuosi in relazione al livello occupazionale”.

Per quanto riguarda l'Università, invece, nel documento si sottolinea “la qualità” del “livello della didattica” e “della ricerca svolte dall’Università degli Studi di Perugia”. E anche: “La produzione e la trasmissione di sapere sono solo un aspetto, ancorché assai rilevante, delle attività di un Ateneo, che si colloca anch’esso quale protagonista della crescita, non solo culturale, ma anche economica e occupazionale della Regione”.

L’Ateneo Perugino, spiega il memorandum, “è in grado di dispiegare professionalità di assoluto rilievo in discipline ormai indispensabili alla moderna Sanità, quali epidemiologi, statistici, farmaco-economisti, giuristi, bioingegneri, che possono apportare conoscenze ed esperienze non ancillari, ma di fondamentale supporto alle attività del Sistema Sanitario Regionale, sia in fase esecutiva che di programmazione e di valutazione degli esiti”.

Nel memorandum sono elencati – dalla a alla n – i “presupposti fondamentali” e “gli obiettivi irrinunciabili” per la sanità dell'Umbria. Pausa, definizione di Oliviero: “Quella dell'Umbria è una delle migliori sanità espresse nella storia del Paese. Ma dobbiamo guardare al futuro, lavorando a un progetto. Prima verrà il progetto di sanità, poi la scelta delle persone”.

E anche il modello dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Integrata per gli ospedali di Terni e Perugia.

Di nuovo al documento. Primi due punti: “Il mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza a tutti gli utenti, in tutta la Regione, come previsto dalla legge” e “L’equità di accesso all’assistenza sanitaria, come previsto dalla legge”. Al terzo il primo riflettore: “Il superamento della logica organizzativa laddove produce inutili e dannose competizioni e duplicazioni di attività nella misura in cui si oppone alla collaborazione e all’integrazione”.

E poi il quarto, con minicolpo di scena. Cioè: “L’organizzazione degli Ospedali di Perugia e di Terni secondo il modello dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Integrata”. Il quinto punto, la lettera 'e' del memorandum Regione-Università, enuncia “L’effettiva erogazione dell’assistenza attraverso un modello “a rete”, che integri anche funzionalmente gli ospedali di Perugia e Terni con gli ospedali di territorio”.
Siamo alla lettera f. Ovvero “l’implementazione di percorsi di presa in carico e cura ospedale-territorio-domicilio per le maggiori patologie cronico-degenerative”. Segue a ruota “la promozione della ricerca in ambito sanitario, con particolare riguardo alla personalizzazione delle cure, alla medicina “di precisione”, agli approcci innovativi in campo diagnostico e terapeutico, nel rispetto degli equilibri di bilancio”.

E poi la lettera h. Ovvero “la migliore formazione dei medici, degli specialisti, dei laureati in Discipline Sanitarie, anche attraverso esperienze didattico-formative in rete con le strutture assistenziali del Sistema Sanitario Regionale, sia di tipo ospedaliero che territoriale, nonché usufruendo delle moderne metodologie del Centro Universitario di Simulazione Medica”. Avanti con lettera 'i': “Il perfezionamento e il mantenimento costante di elevati standard professionali, promuovendo specifiche attività di Terza Missione (Master, Corsi di aggiornamento, formazione a distanza)”.

Poi la 'j', cioè “La “mappatura” su tutto il territorio regionale, periodicamente aggiornata, dei bisogni assistenziali, delle prestazioni effettivamente erogate e dei livelli qualitativi raggiunti. Ciò va inteso come strumento indispensabile di programmazione sanitaria e di monitoraggio degli indicatori di processo e di esito che si intendono rendere sempre più efficaci e omogenei all’interno della Regione”.

Nuovo minicolpo di scena nell'elenco. Lettera 'k': “La partecipazione attiva dell’Ateneo di Perugia alla formulazione del Piano Sanitario Regionale e al periodico monitoraggio delle azioni programmate, con una funzione consultiva dell’Università degli Studi di Perugia”.

Infine “L’informazione alla cittadinanza degli appropriati stili di vita e delle misure di prevenzione primaria attraverso le migliori pratiche di empowerment disponibili” alla lettera l, “la “strutturazione” delle più efficaci forme di integrazione dei livelli di assistenza ospedaliera, territoriale e domiciliare” alla m e “lo sviluppo delle forme più appropriate per la presa in carico dei bisogni dei cittadini e delle comunità sul fronte sanitario e sociale” alla n.

Il tavolo per il 'progetto' per 'sanità dei prossimi 50 anni in Umbria', come da definizione del rettore e della presidente, a giorni vedrà la luce. Si siederanno, come da memorandum, “Presidente della Regione Umbria o un suo delegato”, “Magnifico Rettore Università degli Studi di Perugia o un suo delegato”, “Assessore alla Sanità della Regione Umbria”, “Direttore generale alla Sanità della Regione Umbria”, “Consulente Assessorato alla Sanità della Regione Umbria”, “Direttore Dipartimento di Medicina sperimentale, Università degli Studi di Perugia”, “Direttore Dipartimento di Scienze chirurgiche e biomedica, Università degli Studi di Perugia”, “Direttore Dipartimento di Medicina, Università degli Studi di Perugia” e “Presidente della Scuola interdipartimentale di medicina e chirurgia, Università degli Studi di Perugia”. Comincia il confronto. O la trattativa, se preferite.

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