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Giovedì, 23 Marzo 2023
Politica

Sanità regionale, il covid fa sballare i conti. E' scontro tra Coletto e Bori su personale, responsabilità e spese farmaci

Sanità croce e delizia anche dei cittadini umbri: non mancano le eccellenze, la ricerca e le grandi vittorie ma allo stesso tempo visite impossibili, ambulatori senza personale, patologie che si sono riacutizzate

Sanità: è la voce, dagli anni 90 in poi, più importante a livello amministrativo e la più onerosa a livello di bilancio per l'ente Regione. Croce e delizia per gli amministratori come dimostrano le inchieste giudiziarie - come quelle delle assunzioni all'Ospedale di Perugia che fecero cadere il centrosinistra della Marini e Bocci - e come la crisi infinita da Covid che ha bloccato qualsiasi riforma della Giunta Tesei e di fatto ha stravolto i conti creando disavanzi incolmabili senza l'intervento nazionale. Non a caso l'aspirante segretario del Pd, Bonaccini, attuale Governatore dell'Emilia Romagna, a nome delle regioni ha chiesto un fondo straordinario di 5 miliardi di euro. Sanità croce e delizia anche dei cittadini umbri: non mancano le eccellenze, la ricerca e le grandi vittorie su mali fino a ieri con mortalità altissima, ma allo stesso tempo visite impossibili, ambulatori senza personale, patologie che si sono riacutizzate per via di una cura troppo diluita nel tempo e medici e infermieri che preferiscono andare fuori regione per offerte economiche e contrattuali migliori.

La sanità regionale riguarda il 90 per cento del bilancio e un buon 50 per cento delle preoccupazioni dell'opinione pubblica. E' chiaro a tutti che senza i fondi aggiuntivi del Governo Meloni la rete pubblica regionale, non solo in Umbria, rischia di essere più stretta, più lenta e più costosa per tutti. Inevitabile dunque, per chi può o per chi è disposto a indebitarsi, rivolgersi al privato che sta crescendo come cliniche, come centri specializzati e ambulatori su tutto il territorio regionale. La preoccupazione cresce di giorno in giorno, ma non è una male solo umbro ma generalizzato. L'assessore Coletto in commissione ha ribadito ancora una volta le difficoltà e le pressioni sul Governo nazionale: "Tutte le Regioni hanno dovuto sopportare costi aggiuntivi per la gestione del covid, che non è finita con il decreto del ministro il 31 marzo 2022. La mobilità ha avuto una inversione di tendenza nel 2015, che è stata registrata nel 2017. Da oltre un anno stiamo trattando con il ministero circa i 5 miliardi che mancano alla sanità. È necessario un intervento nazionale".

Nessuno si salva da solo e soprattutto la variante Covid è la causa del buco sanitario che si è registrato in Umbria. Non la pensa così invece l'esponente del Pd, Tommaso Bori, che in commissione parla di caso regionale e di colpe specifiche interne all'amministrazione: “Durante l’emergenza c’è stato un forte aumento dei fondi nazionali stanziati. Nonostante questa enorme mole di risorse l’Umbria si trova in una posizione non paragonabile alle altre Regioni, con 250 milioni di buco di bilancio stimati. Si registra un continuo turn-over della dirigenza sanitaria, con cadenza annuale o semestrale. C’è una mobilità passiva passata da un 2012 con una forte attrattività ad un 2021 che ha fatto registrare un debito milionario legato ai pazienti che si spostano fuori regione".

Coletto e Bori hanno idee opposte anche sulla spesa dei farmaci e sul personale. "Lo sforamento per la spesa farmaceutica - ha continuato l'assessore in Terza Commissione - c’era già nel 2017 ed è andato aumentando negli anni successivi. Abbiamo fatto una delibera per ricondurre le prescrizioni all’appropriatezza, che prima non c’è stata. Grazie a quella delibera stiamo rientrando. I pazienti hanno la necessità di essere curati nella maniera più corretta possibile. Siamo stati giudicati una delle migliori Regioni per la gestione del covid, pur in assenza di un piano per la gestione della pandemia". La replica dell'esponente Pd: "La spesa farmaceutica è fuori controllo a causa del continuo cambio della dirigenza, che ha fatto mancare un vero controllo della spesa. In Umbria non sono state fatte assunzioni e non è stato potenziato l’organico: si è fatto ricorso a professionisti esterni, questo ha creato una spesa enorme per i medici a gettone".

Sul personale replica Coletto: "Mancano medici perché è mancata la programmazione e in passato non sono stati fatti i necessari concorsi. Stiamo dando una identità chiara ai piccoli ospedali, cercando professionisti che facciano mobilità attiva e che se ne sono andati a causa di mancanza di visione e di prospettiva". Insomma lo scontro maggioranza e opposizione sulla sanità regionale è durissimo e trovare una collaborazione per risolvere i problemi appare veramente difficile. 

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