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Sanità, il Pd boccia il piano della Giunta Tesei: "Tagli e depotenziamenti a favore del privato"

Il Partito Democratico: "Non permetteremo che la sanità regionale venga progressivamente smantellata"

Il nuovo Piano sanitario regionale dell'Umbria - preadottato dalla Giunta Tesei, con la palla che passa al consiglio regionale - non piace al Partito Democratico. Perché, recita una nota del gruppo a Palazzo Cesaroni, "sta andando nella direzione contraria rispetto a quella auspicata da cittadini e operatori". Per l'opposizione "è stata scelta la strada dell’autoreferenzialità dettata da logiche opposte a quelle dei bisogni reali di salute e prevenzione. In particolare il taglio dei distretti sanitari e il conseguente schema di accorpamento territoriale che è stato proposto, rischiano di portare la sanità pubblica al definitivo collasso. Scelte operate a tavolino che dimostrano la scarsa conoscenza del territorio, dei fabbisogni reali di personale e strutture medico sanitarie". 

Nel piano della giunta Tesei c'è la diminuzione del numero dei distretti sociosanitari dell'Umbria, che da 12 diventeranno 5. Per l'assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, "questo non va visto come una penalizzazione, visto che i distretti saranno inglobati pur mantenendo la loro identità. Il cambiamento infatti, ha solo lo scopo di accorciare la catena di comando per rendere più agevole il governo".

Per Tommaso Bori, segretario del Partito Democratico, invece, si tratta di "accorpamenti territoriali del tutto irrazionali, che non tengono conto delle relazioni tra comprensori, delle distanze tra di essi e le diverse dotazioni di personale e strutture, in alcuni casi del tutto inadeguate. Ciò competerà fortissimi disagi ai cittadini che vedranno tagliati i servizi e le prestazioni ma anche agli stessi operatori della sanità".

E dai banchi dell'opposizione elencano quelle che ritengono lacune nel documento varato dal 'governo regionale'. Il consigliere del Pd evidenzia "il tema centrale della mancanza di personale che il piano non affronta deliberatamente perché la direzione intrapresa non è quella del rilancio, bensì quella dei tagli e del depotenziamento in favore della sanità privata". E poi "l’odiosa mancanza di attenzione e di investimenti su temi sensibili come quelli della prevenzione, come gli screening oncologici, e della ricerca, come il Registro Tumori e la Biobanca". Infine la "grave e totale assenza di riferimenti alla salute mentale, così come ai servizi consultoriali e ginecologici". Bori conclude con il "completamente inevaso tema delle liste d’attesa, su cui il piano non prevede alcun intervento strutturale così come era stato chiesto da più parti".

Così si arriva alla richiesta alla giunta Tesei: un gigantesco passo indietro sul Piano saniario regionale appena preadottato.  "Riteniamo indispensabile che il testo sia da considerare solo come una prima bozza di lavoro che deve portare a tutt’altre scelte", attaccano dal Pd. La palla, adesso, passa al consiglio regionale. E dall'opposizione promettono battaglia: "Chiediamo una totale inversione di rotta e siamo pronti a mobilitarci per ottenerla", dice Bori. "Non permetteremo che la sanità regionale venga progressivamente smantellata. Non permetteremo che si apra la strada ad una privatizzazione di fatto che è quanto di più iniquo si possa immaginare", fanno eco i consiglieri dem.

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