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Salvini al citofono, polemiche anche in Umbria. La Cgil: "Chieda scusa ai tunisini"

La segreteria della Camera del Lavoro del capoluogo insieme al Coordinamento migranti della provincia di Perugia criticano il 'blitz elettorale' del leader leghista a Bologna

Non si placa la polemica suscitata da Matteo Salvini, leader della Lega che in un blitz elettorale a Bologna ha citifonato a un presunto spacciatore tunisino chiedendogli - di fronte alle telecamere e ai microfoni dei giornalisti al seguito - se spacciasse droga come gli era stato segnalato da una donna del quartiere. Un atteggiamento che ha suscitato critiche e scatenato il dibattito sui social, con ripercussioni in tutta Italia e anche in Umbria dove interviene ora Cigl Perugia e Coordinamento Migranti.

LA NOTA - "La segreteria della Camera del Lavoro di Perugia - si legge in una nota -, insieme al coordinamento migranti della provincia di Perugia, stigmatizza il comportamento tenuto dal leader della Lega, Matteo Salvini, che trumentalizzando per l’ennesima volta i temi dell’immigrazione si permette di citofonare a casa di un privato cittadino, di nazionalità tunisina, chiedendogli se è uno spacciatore. È un comportamento grave, tanto più se tenuto da chi fino a pochi mesi fa era ministro della Repubblica. Riteniamo che l’intero Paese dovrebbe indignarsi, basterebbe rivolgere un pensiero ai nostri giovani che emigrano all’estero in numeri sempre più significativi e chiederci: cosa diremmo se un rappresentante politico del paese che li ospita suonasse al loro campanello chiedendo loro: scusi lei è mafioso?
Giustamente il governo tunisino ha protestato (non è la prima volta che Salvini insulta quel Paese) e non possiamo che condividere il loro sentire, esprimendo tutta la nostra solidarietà al Governo e alla comunità tunisina in Italia".

ATTESE LE SCUSE - La Cgil Umbria si attende le scuse da parte del leader leghista: "Da anni peraltro la Camera del Lavoro di Perugia e la Cgil Umbria intrattengono rapporti con il sindacato tunisino Ugtt, con cui è stato attivato un proficuo gemellaggio. Riteniamo dunque che sarebbero necessarie pubbliche scuse. Arriveranno? Il clima di odio, intolleranza e razzismo che si sta diffondendo nel paese è insopportabile e pericoloso e non degno di un paese culturalmente e politicamente avanzato. La nostra Carta Costituzionale all’articolo 3 dice che 'Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali': per questo continueremo la nostra battaglia per difendere i valori che l'hanno ispirato".

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