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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Corte Costituzionale salva le Province (si voterà): ma la Regione ha fatto le Unioni dei Comuni

Grosso, grasso pasticciaccio molto umbro. La Corte Costituzionale dà ragione a chi si è opposto al declassamento delle Province a enti di secondo livello senza più le elezioni affidate al popolo. E la Regione Umbria aveva già dato il via libera alle unioni dei comuni. Abbiamo ora dei doppioni. L'analisi di Guasticchi

Le Province non possono essere cancellate o declassate come ente di secondo livello, dove non c'è bisogno di una elezione per decidere l'amministrazione dell'ente di area vasta. Lo ha deciso la Corte Costituzionale che ha bocciato il famoso Salva-Italia dell'ex Governo Monti che ha agito fuori dalla Costituzione commissariando le Province che erano a scadenza di mandato. Ora dunque si andrà a votare e nel 2014 toccherà anche a Perugia e Terni che non potranno più essere fuse. E qui viene il bello. Primo: cambiare la Costituzione per eliminarle ha dei tempi tecnici di almeno 18 mesi. E quindi un'altra legislatura dovrà essere comunque fatta (con tanto di urne).

Secondo: la Regione che aveva puntato molto - anche per contrapposizioni politiche all'interno del Pd - sulle Unione dei Comuni (apprezzatissime dal presidente Marini), che in molti casi sono state già costituite, adesso si trova in mano un doppione. Intasamento istituzionale peggio di prima.
Il presidente dell'Upi regionale, Marco Vinicio Guasticchi, è tra i vincitori di questa sfida: "La Corte costituzionale ha riconosciuto la dignità e la storia delle Province che non si possono cancellare a colpi di decreti. Bisogna riaprire un dibattito serio con i dati sulla riforma complessiva degli enti. Le Province sono pronte a dare il loro contributo".

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