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Ballottaggio, Romizi il sindaco della "Rinascita": giovani e gente comune la sua forza

Umiltà, coraggio e l'accordo con i civici per un futuro governo della città di tutti e con poca ideologia. Boccali ha sbagliato comunicazione, campagna elettorale e i giovani leoni del Pd sono caduti nella trappola dell'anti-berlusconismo.... come quelli che hanno rottamato ai tempi di Bersani

Non è stato un terremoto. E' stata una vera e propria rivoluzione partita dal basso - i cittadini -. da qualsiasi territorio, anche quelli storicamente vicini sempre all'amministrazione comunale.  La gente se ne è fregata altamente delle appartenenze politiche ed ha voluto dare fiducia ad Andrea Romizi, il nuovo sindaco di neanche 35 anni, a Diego Waguè e Urbano Barelli. Credono nel loro progetto civico-politico fatto di cose possibili, umanità e umiltà.

Credono che si possa votare alle Europee per Renzi e allo stesso tempo dire che quel suo rappresentante a Perugia era totalmente inadeguato, come quei suoi collaboratori di partito che hanno sbagliato completamente campagna elettorale tirando fuori addirittura l'anti-berlusconismo in salsa perugina. Portava male, lo abbiamo detto, ma loro non ci hanno creduto. Chissà se ora hanno capito che porta male e va contro il messaggio di rinnovamento di Renzi. Ora tanti di quelli che già sentivano odore di assessorato e poltrone faranno gavetta all'opposizione. 

Perugia ha dunque licenziato Boccali e premiato Romizi. Non ha vinto il centrodestra ma ha vinto la voglia di cambiamento e quel sogno: una giunta mezza civica e mezza politica, più cultura, più giovani, più immagine per Perugia e meno vecchi tromboni e "signori" delle clientele. Il consenso per l'asse Romizi-Waguè-Barelli è altissimo come le aspettative. Ma tutti sono convinti: "diamo tempo, stiamo vicino e Perugia cambierà". E se questo non accade allora tra 5 anni si cambia: ormai gli elettori perugini hanno capito che sono uomini liberi dai pregiudizi, dalle imposizioni e dalle "preferenze" che poi vengono individuate e ben controllate dalla vecchia politica.

Non si era mai vista una piazza così gremita di giovani (la grande forza di Romizi) e di persone dalle più svariate condizioni economiche e culturali. Palazzo dei Priori, nella notte, è stato invaso di allegria e speranza. Le uniche bandiere presenti erano quelle tricolori e non a caso è partito l'inno Fratelli d'Italia. Chi era presente sa benissimo che nessuno ha intonato "Faccetta Nera" o fatto saluti romani come qualche sostenitore della sinistra - fuori completamente dal Consiglio comunale sia Sel che Rifondazione Comunista - ha subito denunciato sul web. Falso. Solo cori ironici verso Boccali come: "A lavorare, A lavorare".

Anzi. Se provocazione c'è stata è arrivata da un gruppetto di ragazzi che dopo essere stati sulle scalette del Duomo sono arrivati in mezzo ai fan di Romizi cantanto "Bella Ciao". La risposta è stata in stile Romizi: applausi e poi cori per il nuovo sindaco. Il neo primo cittadino ha vinto in quasi tutti i seggi mentre Boccali in una manciata e per giunta di pochissimi voti. Ma questo non lo aveva capito solo il Pd perugino: il sondaggio di inizio campagna elettorale parlava chiaro sulla popolarità del sindaco uscente.

Ma si sono voluto fare delle primariette in meno di una settimana - penalizzando l'imprenditrice Fioroni che ha comunque preso il 40 per cento - e si è fatta una campagna elettorale aggressiva e all'insegna del cambiamento. Ma come poteva essere il cambiamento chiesto dalla gente proprio colui e coloro che avevano Governato?  Ora tocca a Romizi, Waguè e Barelli e alla loro squadra eletta dal popolo: diamogli tempo e rispetto. Tutti noi abbiamo bisogno che una nuova Perugia nasca dalle ceneri degli ultimi 5-10 anni. 

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