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Riforma endoregionale, consorzio unico bonifica: i dubbi del Pd

Il gruppo dei consiglieri alla Provincia di Perugia del Pd, esprime i propri dubbi sulla riforma regionale e sulle reali funzioni del consorzio unico di bonifica

 I consiglieri Massimiliano Capitani, Laura Zampa, Sandra Allegroni, Daniele Pinaglia, Enrico Bastioli, Giampiero Panfili, Valerio Bazzoffia e Paola De Bonis hanno firmato e proposto, ottenendo un voto favorevole, in aula, un ordine del giorno che impegna la Giunta Provinciale di farsi promotrice di una propria iniziativa nei confronti della Regione affinché nel disegno di legge sulla riforma endoregionale vengano inseriti criteri oggettivi di valutazione che determinino la reale qualità dei servizi offerti dai Consorzi al fine di una scelta partecipata, razionale, efficace e non dettata da esigenze di taglio indiscriminate, prevedendo altresì di rafforzare i rapporti già esistenti tra la Provincia di Perugia e gli enti consortili per la gestione delle opere idrauliche di competenze.

La proposta della Regione prevede la costituzione di un unico Consorzio di Bonifica Regionale rispetto ai tre precedenti. Dalla fusione, ha spiegato il primo firmatario Massimiliano Capitani (Pd), si creerebbe un comprensorio non omogeneo e non continuo nella sua estensione, della superficie di 397mila ettari, secondo in Italia solo a quello della Capitanata di Foggia che conta 450mila ettari. Una sovradimensione che altera la natura stessa dei consorzi quali presidi idraulici e di sicurezza idrogeologica del territorio. Va ricordato che la totalità dei comuni umbri sono a rischio alluvionamento, frana e idrogeologico.

Il gruppo trasversale di Consiglieri porta ad esempio delle proprie tesi la legge della Regione Veneta dove l’opera di integrazione e razionalizzazione dei costi e dei servizi non ha cancellato quei Consorzi più strategici anche se di dimensioni contenute.

Le caratteristiche idraulico-idrografiche dei tre comprensori umbri sono completamente differenti fra di loro e che solo nel comprensorio della Bonifica Umbra sono gestiti circa 5mila ha di irrigazione, realtà pressoché assente negli altri comprensori, sono censite 600 opere idrauliche e sono presenti 700 chilometri di canali di cui circa 170 arginati.

Inoltre c’è da considerare la gestione della diga sul Marroggia. Detto questo appare evidente come la proposta di riforma rischierebbe di non portare a nessuna ottimizzazione o economia di scala in quanto le strutture esistenti andrebbero mantenute per motivi gestionali e di esigenze del territorio.

L’assessore Piero Mignini ha spiegato che il documento del consiglio sarà certamente recepito dalla Provincia e dai suoi uffici e che come esponente dell’ente provinciale non può non esprimere alcune perplessità su alcune operazioni che spero saranno vagliate con ampia partecipazione istituzionale. Siamo tutti convinti della necessità delle riforme regionali ma alcuni passaggi possono non portare in dote né un risparmio né la tutela del servizio al cittadino.

 

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