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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Sinistra, Rifondazione e Sel insieme valgono il 4,7% ma hanno optato per il suicidio

A Perugia e in altri grandi centri come Marsciano, Gualdo, Gubbio e Spoleto sono state cacciate dai consigli comunali dagli elettori. Ma insieme sarebbero ancora in sella. Le accuse reciproche e il dito puntato contro il Pd

Insieme avrebbero superato, molto probabilmente, la soglia di sbarramento del 4 per cento e così sarebbero ancora in Consiglio comunale anche se per la prima volta all'opposizione. Rifondazione e Sinistra Ecologia e Libertà insieme avrebbero raggiunto il 4,7 per cento avendo raccolto rispettivamente il 2,6 per cento e il 2,1 per cento. Guarda casa alle Europee la Lista Tsipras - che racchiudeva tutte le sinistre - a Perugia ha toccato quota 4,5 per cento. Per 5 anni il capoluogo non avrà rappresentanti della sinistra tradizionale.

La colpa? Sia Rifondazione Comunista che Sel non esitano a mettere al primo turno proprio i sindaci e candidati Pd. I vendoliani dell'Umbria scrivono chiaramente: "Venuto meno il traino elettorale di Matteo Renzi, i candidati ufficiali del Pd registrano tutti – pur nella varietà delle alleanze, e in proporzioni diverse da città a città - una perdita secca di voti tra primo e secondo turno, con punte di 14mila voti (da 39mila a 25mila) a Perugia e quasi 7mila (su 27mila) a Terni, mentre sul centrodestra si riversa una domanda di cambiamento generica ma inequivocabile".

Giunte e primi cittadini che si sono arroccatti nel palazzo: "Troppe volte il ceto politico del centrosinistra è apparso lontano, quasi al riparo dalla pena quotidiana di quanti sono stati messi in ginocchio dalla crisi e dalle politiche di austerità, mai adeguatamente contrastate, partecipe di piccoli e grandi privilegi e chiuso in logiche del tutto estranee alla fatica delle famiglie. Non si governa per grazia ricevuta, né centellinando l’eredità lasciata da altre generazioni".

Nessuna parola da Sel sul fatto che quasi ovunque siano andati per conto loro in una gara ad uccidere il vero avversario: Rifondazione. Punta il dito contro il Pd anche il segretario provinciale del Prc, Enrico Flamini, ma un minimo di autocritica sulla mancata unità a sinistra viene fatta. Prima però l'attacco al maggior partito della coalizione: "La sconfitta di Boccali al ballottaggio di Perugia rappresenta un fatto politico drammatico ed inappellabile. Le responsabilità del Partito Democratico rispetto alla sconfitta finale, a partire dalle primarie farsa e dalla rinuncia sistematica ad una cabina regionale sulle elezioni, sono enormi. Soprattutto aver alimentato sul sindaco del capoluogo di regione e di primo mandato un dibattito infinito sulle primarie come strumento salvifico ha espulso la politica dalla discussione e dalle priorità vere per Perugia".

Poi l'autocritica dove si sottolinea l'atteggiamento autolesionista di Sel: "Rifondazione ha partecipato alla ricostruzione della coalizione su basi programmatiche e ha lavorato con ostinazione alla definizione di una lista unitaria della sinistra. Anche su questo aspetto, nonostante il risultato positivo de L’Altra Europa, la sinistra perugina ha perso un’occasione importante presentandosi divisa e non riuscendo così ad entrare in consiglio comunale. Una sconfitta di cui ci sentiamo tutto il peso". Detto questo a sinistra non si arrendono e il futuro lo vedono "in mezzo alla gente e ai lavoratori per ascoltare e rilanciare la lotta".

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