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Corsa al Rettore, Figorilli cala i primi "assi" pesanti del team e punta su sanità, ricerca e benessere studenti

L'ex pro rettore e attuale docente di amministrativo ha le idee chiare sul Governo dell'Unipg 2025: ecco il programma in sintesti e la sua filosofia sul ruolo del rettore e i rapporti con il territorio

Esperienza da vendere, un programma certo e realizzabile e la consapevolezza che bisogna puntare, oggi più che mai, su ricerca, marketing e sanità (intesa azienda ospedaliera universitaria). E dietro a tutto questo c'è anche una filosofia di fondo: serve un Ateneo sempre più internazionale (nei rapporti, negli interscambi di studenti, nella formazione dei docenti) ma con il cuore e i piedi ben ancorati a questa Umbria che può essere risollevata - dopo la crisi - dal "sapere" Universitario al sevizio dell'imprenditoria locale, dell'agricoltura, del turismo sostenibile, per arginare la fuga di cervelli umbri all'estero. E' questo in sintenti, molto in sintesi, il modello di Università che ha in testa un pezzo da novanta dell'Unipg, come Fabrizio Figorilli, già pro-rettore - per il governo universitario è certamente il più esperto dei pretendenti - e attuale docente di diritto amministrativo.

La sua candidatura, in fase di presentazione, è certamente diversa dalle altre dato che Figorilli punta molto su un governo collegiale dove si cerca di coinvolgere i migliori elementi per settore: la presenza dell'ematologo Brunangelo Falini e della docente  di matematica Anna Marchelotti, sono una garanzia non solo ai fini di un appoggio nelle urne ma in prospettiva di gestione della grande macchina universitaria, "Mi avvarrò di un gruppo snello  i delegati co i quali confrontarmi costantemente - ha spiegato Figorilli - allargando il confronto  a quanti vorranno condividere il lavoro".

Il progetto in sintensi del candidato Figorilli

  1. Didattica, ricerca e terza missione sono i tre pilastri della vita di ogni Ateneo. Le iscrizioni ai corsi triennali sono buone ma vanno incrementati gli sforzi per potenziare le lauree magistrali, stabilendo stretti collegamenti con il mondo del lavoro; il settore del job placement è sempre più strategico per gli Atenei che vogliono migliorarsi. In questo quadro d’insieme non bisogna rinunciare a nuove forme di sperimentazione come è avvenuto per il corso di laurea in Design (realizzato da due anni con un’intesa tra Unipg e Accademia di belle Arti), puntando a dare vita (insieme ad altra e non meno interessante proposta con i Conservatori di Pg e Tr per allargare questa proposta in funzione della realizzazione di un Politecnico delle Arti. Quanto alla ricerca va promossa una forte spinta per favorire l’attività progettuale, indispensabile non solo per ottenere finanziamenti esterni, ma anche per finanziare dall’esterno posti di ricercatore di tipo a) e, dove possibile, di tipo b) oltre al piano di reclutamento straordinario.
  2. Servizi agli studenti che sono i nostri interlocutori privilegiati. Vanno recuperati spazi adeguati dove studiare e dove riunirsi perché è cambiata la vita universitaria dei giovani che si svolge, prevalentemente, nelle strutture universitarie. Inoltre, Unipg deve farsi ascoltare con le autorità municipali e regionali perché si impegnino a realizzare un piano dei trasporti che consenta a noi tutti di poter raggiungere le varie sedi, pena la perdita di iscritti proprio per tale motivo, stante la situazione gravemente deficitaria in questo
    settore anche dei parcheggi.
  3. Da ultimo, ma non per ordine di importanza, il tema della sanità universitaria. Ed è proprio da qui che occorre riprendere le fila di un dialogo costruttivo tra Ateneo e Regione Umbria (non sempre proficuo, se non addirittura assente, nel corso degli ultimi anni) ma che in più di un’occasione ha di fatto penalizzato il personale medico universitario anche rispetto ai sanitari appartenenti ai ruoli ospedalieri. Dialogo che tuttavia non può tradursi in mera soggezione o subalternità ai vertici regionali e aziendali, in quanto è proprio in questo specifico settore che l’Università di Perugia deve caratterizzarsi per la sua autonomia nei confronti di un potere politico che raramente ha dimostrato di voler condividere un percorso volto, in via prioritaria, alla realizzazione di obiettivi di crescita ed in funzione degli interessi della collettività. Completare la Convenzione non significa solo definire le strutture apicali ma occorre costruire l’Azienda Ospedaliero Universitaria dal nulla (Atto e Regolamento aziendale in cui si stabiliscono le regole delle relazioni tra quanti lavoreranno in una struttura giuridicamente nuova). Così come l’attivazione di un Collegio dei Clinici consentirebbe di recuperare una visione d’insieme da parte dei colleghi universitari impegnati nell’assistenza.
  4. L’attivazione di un I.R.C.C.S. (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), in grado di attirare gli interessi di una pluralità di discipline (sia di natura scientifica sia umanistica) che fa della nostra Regione l’unica a non poter beneficiare di una innovazione così importante e che potrebbe fortemente implementare le potenzialità di studio e di ricerca di ampi settori del nostro
    Ateneo, favorendo la crescita di tutte le aree mediante una più ampia utilizzazione di fondi dedicati dal ministero della salute che si aggiungono a quelli tradizionali del Miur.
  5. il ruolo del Rettore che deve essere visto come l’interprete di forme più strette di collegamento con le sedi istituzionali che interessano da vicino le nostre attività, tanto di natura associativa (C.R.U.I.) che ministeriale (M.I.U.R., M.E.F. e M.I.S.E.). Per realizzare questo intento, qualora fossi eletto, mi avvarrò di un gruppo snello di delegati con i quali confrontarmi costantemente secondo un metodo di lavoro prevalentemente collegiale, allargando il confronto anche a quanti vorranno condividere il mio programma nelle forme più adatte che decideremo insieme.

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