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Sanità in Umbria, l'assessore Coletto smentisce al fuga di dirigenti e manager: ecco la lista e le motivazioni. "La riforma va avanti"

"Gli avvicendamenti ai vertici delle aziende sanitarie, per scelte dei singoli direttori, avvengono in tutte le regioni italiane, ma per quanto ci riguarda, non intaccheranno il percorso che abbiamo intrapreso”

Nessun balletto e soprattutto nessuna fuga dalla sanità umbra dopo lo choc economico provocato dal Covid e le liste d'attesa da panico. Stiampo parlando di manager e dirigenti che si sono dimessi o scelto altre sedi o vinto concorsi in altra sede. L’assessore  alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto, vuole fare chiarezza relativamente alle notizie diffuse sui numerosi ricambi. “Sempre in merito agli avvicendamenti di alcuni commissari, va precisato che sono avvenuti per trasferimento volontario presso altre aziende (Luca Lavazza dalla Usl Umbria 1 all’Azienda ospedaliero-universitaria di Bologna, Massimo Braganti dalla USL Umbria 2 all’Azienda sanitaria-universitaria Friuli Centrale, Lorenzo Pescini dall’Azienda ospedaliera di Terni all’Azienda Usl Toscana Centro) mentre per gli altri si è giunti alla scadenza naturale dell’incarico temporaneo. Mentre per quanto riguarda i direttori generali nominati per tre anni, tre di questi (Gilberto Gentili, Marcello Giannico e Pasquale Chiarelli) hanno rassegnato le dimissioni per scelte personali. Stesso discorso vale per il direttore regionale Claudio Dario che nel 2020 ha lasciato il suo incarico per raggiunti limiti d’età”.

Oggettivamente la lista è lunga ma il periodo straordinario vissuto dalla sanità umbra e del tutto il Paese è certamente unico e speriamo irripetibile. “L’amministrazione regionale sta mettendo in atto tutte le misure strutturali per sostenere e rilanciare il sistema sanitario anche attraverso la nomina di manager in grado di raggiungere gli obiettivi loro assegnati che allontanino definitivamente l’Umbria da una fase di opacità amministrativa e gestionale come quella che ha pesantemente contrassegnato il 2019. Gli avvicendamenti ai vertici delle aziende sanitarie, per scelte dei singoli direttori, avvengono in tutte le regioni italiane, ma per quanto ci riguarda, non intaccheranno il percorso che abbiamo intrapreso”.
 

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