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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Violenza sulle donne è boom in Umbria, i leghisti chiedono corsi di auto-difesa ma la Marini dice no ai fondi

E' continuo lo scontro tra il gruppo leghista e la presidente Marini. Anche sull'assestamento di bilancio 2018 provocazioni, veti e ideali completamente opposti

L'assestamento di bilancio 2018 della Regione, con tanto di emendamenti bocciati e poco approvati, ha alimentato lo scontro sul sociale e diritti civili tra il Presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini e il gruppo della Lega Umbria in consiglio regionale. Motivo dello scontro: il finanziamento dei corsi di autodifesa previsti dalla Lega - già sperimentati in provincia di Perugia a spese direttamente del movimento - che la Regione, nonostante l'aumento delle denunce in Umbria per aggressioni e violenza sulle donne - soprattutto tra le mura domestiche - non ha ritenuto uno strumento idoneo da finanziare. La Lega aveva previsto - non è mancata la provocazione politica ad onor del vero - di spostare 50mila euro alle associazioni LGBT per destinarli ai corsi di autodifesa femminile.

"Ci stupisce - hanno scritto dal gruppo femminile della Lega Umbria - la perplessità ammessa dalla Presidente nel pensare che le donne non debbano frequentare corsi di autodifesa perché basta intervenire sull’aggressore. Queste parole ci hanno lasciate basite soprattutto perché a dirle è stata una donna. Da anni si va sostenendo la tesi per cui occorre fornire un supporto psicologico alla persona violenta e che cosa ne abbiamo ricavato? Che le violenze e i femminicidi non solo continuano ad esserci ma sono in forte aumento. Ci spieghi, la Presidente, perché le donne non hanno diritto di difendersi anzi lo spieghi a chi quelle violenze le ha subite". Per la Lega  oltre ai corsi di autodifesa occorrerebbe incentivare i punti di ascolto, perché "le donne hanno bisogno di essere tutelate da questa piaga".

- la perplessità ammessa dalla Presidente nel pensare che le donne non debbano frequentare corsi di autodifesa perché basta intervenire sull’aggressore. Queste parole ci hanno lasciate basite soprattutto perché a dirle è stata una donna. Da anni si va sostenendo la tesi per cui occorre fornire un supporto psicologico alla persona violenta e che cosa ne abbiamo ricavato? Che le violenze e i femminicidi non solo continuano ad esserci ma sono in forte aumento. Ci spieghi, la Presidente, perché le donne non hanno diritto di difendersi anzi lo spieghi a chi quelle violenze le ha subite".

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