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L'INTERVENTO "Assemblea nazionale de L’Altra Europa: un buon inizio per costuire la Syriza italiana”

Riceviamo e pubblichiamo l'analisi del segretario regionale del Prc, Enrico Flamini, che sta lavorando, insieme ad altri partiti e comitati di sinistra, alla nascita di un polo della sinistra anti-liberista anche in Umbria in vista alle prossime Regionali 2015. Il segretario racconta come è andata la prima assemblea nazionale de L’Altra Europa che si è tenuta a Bologna

Riceviamo e pubblichiamo l'analisi del segretario regionale del Prc, Enrico Flamini, che sta lavorando, insieme ad altri partiti e comitati di sinistra, alla nascita di un polo della sinistra anti-liberista anche in Umbria in vista alle prossime Regionali 2015. Il segretario racconta come è andata la prima assemblea nazionale de L’Altra Europa che si è tenuta a Bologna dove si cerca di "copiare e incollare" il metodo vincente della greca Siryza

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di Enrico Flamini *segretario regionale di Rifondazione Comunista

L’assemblea nazionale de L’Altra Europa che si è tenuta a Bologna nelle giornate di sabato 17 e domenica 18 gennaio è stato un appuntamento molto positivo per la sinistra italiana. L’Umbria ha partecipato con tante e tanti compagni da tutti i territori e ha saputo portare un contributo unitario all’assemblea attraverso l’esperienza di quanto si sta facendo nella nostra regione per costruire un’alternativa e per consolidare il processo politico. 

Un processo che l’appuntamento di Bologna ha chiarito bene. Infatti i soggetti in campo, a partire dai comitati territoriali, stanno sviluppando davvero e concretamente un nuovo percorso di elaborazione programmatica autonomo e partecipativo. Forte continua ad essere la domanda di sinistra, di cambiamento. Gli interventi hanno saputo rispondere a questa domanda dimostrando ancora una volta che l’Altra Europa è lo spazio di unità a sinistra, una sinistra plurale, alternativa, capace di stare nel conflitto che si è riaperto nel paese, di avanzare un progetto chiaro di governo e che ha come obiettivo la ricomposizione sul terreno della politica del blocco sociale del lavoro contro le politiche di austerità e rigore portate avanti in Italia dal Pd di Renzi. 

Ce lo ha chiarito Piergiovanni Alleva, giuslavorista e neoconsigliere regionale in Emilia Romagna per L’Altra Emilia, proponendo di caratterizzare l’Altra Europa attraverso un referendum contro il Jobs Act. Ce lo hanno chiarito le tante voci che hanno preso la parola, non quelle delle divisioni stavolta, ma quelle dei compagni Kurdi che stanno lottando contro l’Is e che stanno cercando di costruire una società libera dall’oppressione e dagli odi etnici e religiosi, così come quelle dei compagni di Podemos e di Syriza, esperienze concrete di soggettività politiche che si pongono in alternativa alle larghe intese in Europa e che lanciano la sfida del governo nel loro paese. 

E’ vero, l’assemblea ha accolto fragorosamente l’annuncio dell’uscita dal Pd di Cofferati, sicuramente una buona notizia, ma il momento più denso di significato politico per le tante e tanti presenti è stato quando Argiris Panagopoulos ha annunciato prima di ripartire per la Grecia che gli ultimi sondaggi davano Syriza al 35%. Questo perché è chiaro a tutte e tutti che la vittoria di Syriza e la prospettiva che Alexis Tsipras possa formare il prossimo governo sono possibilità che si aprono per la Grecia e per l’Europa di cambiare radicalmente le politiche liberiste. L’Altra Europa, saldamente collocata nel Gue ed in relazione con il progetto della Sinistra Europea, è in Italia la soggettività della sinistra unita ed antiliberista che proseguirà il lavoro politico di sostegno a Syriza.

Perchè si tratta davvero di riallineare l’Italia a quanto sta succedendo nel resto d’Europa nel campo della sinistra antiliberista. Le due giornate di Bologna hanno reso evidente questo elemento, esattamente come il fatto che le condivisioni e le convergenze sui contenuti sono concrete. Dovremo continuare su questa strada ed essere capaci di determinare rinnovamento e discontinuità rispetto alle più recenti esperienze, favorendo appunto la proposta politica di una sinistra antiliberista inclusiva e plurale anche nel nostro paese, facendola innanzitutto vivere nella società.

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