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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Referendum trivelle, le ragioni del Sì: "Salviamo l'ambiente e promuoviamo le rinnovabili"

Il 17 aprile gli italiani saranno chiamati ai seggi per il referendum sulle trivellazioni in mare. Le motivazioni del comitato che vuole impedire che le concessioni vengano rinnovate

Domenica 17 aprile gli italiani saranno chiamati ai seggi per il referendum sulle trivellazioni in mare. I cittadini dovranno decidere se abrogare o meno una parte dell’articolo che prevede la possibilità per le compagnie estrattive di petrolio e gas di proseguire nella loro attività – svolta all’interno dell’area protetta delle 12 miglia marittime – fino all’esaurimento dei giacimenti, andando oltre la scadenza prevista inizialmente dalle concessioni.

In caso di vittoria del Sì, l’ultima parte della norma verrebbe abrogata e le trivelle dovrebbero fermarsi al termine delle concessioni. Se invece dovesse prevalere il No, o se meno del 50% degli aventi diritto non si presentasse alle urne, l’articolo rimarrebbe invariato e le licenze verrebbero rinnovate “sine die”.

Le ragioni del Sì – La battaglia contro le trivellazioni in mare è stata avviata da due organizzazioni ambientaliste, il Coordinamento nazionale No Triv e l'Associazione A Sud Ecologia e Cooperazione, che hanno creato un comitato al quale hanno poi aderito numerose associazioni nazionali e locali.

Le motivazioni del comitato “Ferma le trivelle” sono principalmente di tipo ambientalista: questo genere di attività estrattiva – sostengono – “crea effetti negativi sull’ecosistema, pone seri problemi riguardo alla tutela della biodiversità e della pesca, e metto in pericolo il territorio”. Il grande nemico è il petrolio, “vecchia energia fossile causa di inquinamento, dipendenza economica, conflitti, protagonismo delle grandi lobby”. I giacimenti sono scarsi e di bassa qualità, perciò non vale la pena di mettere a repentaglio l’ambiente e le economie locali, basate sul turismo e sulla pesca, per “pochi barili di petrolio”.

Secondo le associazioni ambientaliste, quello che viene messo in gioco con il referendum è il futuro energetico del Paese: il comitato sostiene infatti che un vittoria del Sì manderebbe un segnale forte al governo nazionale, chiedendo che “l’Italia investa sull’efficienza energetica, sul 100% fonti rinnovabili”.

Come si vota – Sarà possibile votare per il referendum domenica 17 aprile dalle ore 7 alle ore 23, presso il seggio indicato nella tessera elettorale. Per votare, l’elettore dovrà apporre una croce sulla casella del Sì o su quella del No. Affinché la consultazione referendaria sia considerata valida, dovranno presentarsi alle urne almeno il 50% degli aventi diritto.

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