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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pubblica amministrazione, avanti con il turnover. Il ministro Zangrillo: "Proseguiamo con nuovi ingressi"

Partita da Perugia l'iniziativa "Facciamo semplice l'Italia. PArola ai territori" a cui ha preso parte il titolare del dicastero della pubblica amministrazione

"Abbiamo vissuto degli anni molto complicati dal 2008 in avanti, perché con la necessità di tenere a bada il debito pubblico c'è stato il blocco del turnover. Però adesso dobbiamo guardare al futuro anche con un certo ottimismo". Lo ha detto il ministro della pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, a margine del primo incontro del ciclo itinerante "Facciamo semplice l'Italia. PArola ai territori" che si è svolta a Perugia., questa mattina

"Nel 2022 abbiamo avuto più di 150mila ingressi, 14mila erano in più rispetto al turnover. E più o meno le stesse dimensioni si avranno nel 2023, quindi continueremo in questa operazione" ha aggiunto sottolineando che "dobbiamo vivere il turnover non come la semplice necessità di una sostituzione quantitativa. Ma, proprio per la necessità di dotare le pubbliche amministrazioni della competenze adeguate, dobbiamo lavorare sui profili delle persone. Lo sforzo sarà anche qualitativo" ha aggiunto ancora il ministro. Che parlando alla sala dei Notari, alla presenza di molti amministratori locali, ha indicato i criteri della macchina pubblica che vorrebbe: competenza, merito e responsabilità. In questo, il primo fondamentale scoglio da affrontare e superare è quello della semplificazione. Obiettivo da raggiungere, ha sottolineato, anche grazie ai fondi del Pnrr. 

"Ci sono 600 procedure da semplificare nel Pnnr della pubblica amministrazione. Per capire dove semplificare da qui al 2026, non posso deciderlo io, chiuso nel mio ufficio. Ma devo verificarlo insieme a voi - ha aggiunto rivolto agli ammortizzatori pubblici umbri presenti alla sala dei Notari - È un processo di condivisione, di cui anche voi dovete essere protagonisti".

"Il mio obiettivo come ministro non è fare la riforma Zangrillo, ma fare in modo che le cose accadano. E la semplificazione in questo senso è fondamentale " ha aggiunto ancora per poi affrontare un altro tema cruciale, quello della digitalizzazione. 

La trasformazione digitale sta cambiando la nostra vita. Non è una opzione, ma una necessità", è "un'urgenza rispetto al contesto, il nostro Paese è in ritardo, per questo è necessario fare investimenti importanti". Investimenti non solo nelle dotazioni informatiche, "quella è la parte più facile", ma in formazione. "Abbiamo una struttura di formazione rodata, dobbiamo cercare di capire quali sono le necessità delle amministrazioni sui  territoritori" ha sottolineato ancora, evidenziando come sia centrale "ar sì che le dotazioni, una volta acquisite, "siano utilizzate in modo corretto" che vengano percepite anche dal personale come "un'opportunità è non minaccia, è necessario fare capire che c'è più smart di lavorare". 

"Voglio ribellarmi alla considerazione della pubblica amministrazione come obsoleta e arcaica", una immagine che "non corrisponde a quello che ho percepito in questi mesi in cui ho incontrato decine e decine di persone. Ma non possiamo accontentarci di pensarlo noi", è necessario "farlo vivere a cittadini e imprese" ha detto ancora il ministro. "Possiamo fare le cose migliori ma se quello che facciamo non viene colto vuol dire che stiamo sbagliando qualcosa" ha aggiunto. 

Gli amministratori umbri

Aprendo la mattinata,i il sindaco Andrea Romizi ha ringraziato il ministro per quella che ha definito “iniziativa illuminata” unica nel suo genere. L’apprezzamento del Primo Cittadino è andato particolarmente al metodo, ossia alla disponibilità con cui il Sen. Zangrillo ha scelto di organizzare i lavori, danzo spazio al confronto operativo e diretto con i tanti addetti ai lavori. Forte, a tal proposito, è il senso di responsabilità di fronte ad un evento che rappresenta un’opportunità da non perdere: “stiamo vivendo un periodo storico particolare, che ci pone di fronte progetti e risorse (PNRR) che non hanno precedenti. Si tratta di una sfida epocale che dobbiamo essere in grado di vincere per cambiare il volto delle città e del nostro Paese dopo un lungo periodo di restrizioni e difficoltà. Ma per fare ciò servirà un nuovo modo di rapportarci con i cittadini e le componenti cittadine in generale”.

Opere e riforme: questi i due canali previsti dal pnrr con il secondo decisivo per trasformare l’Italia. “In questo contesto mi sento di ringraziare il ministro Zangrillo ed il dipartimento della funzione pubblica per aver ben compreso quale debba essere il punto di partenza ed il nuovo approccio al tema ossia mettere al centro le persone, gli operatori, recuperando la centralità del loro ruolo e la consapevolezza della sua importanza per la collettività”.

La presidente Stefania Proietti ha sottolineato la necessità di dar vita ad una vera ripartenza e ad un effettivo cambiamento per le le PA. In tal senso il Pnrr rappresenta una grande occasione per diventare innovativi ed attrattivi nei confronti dei giovani. Insomma la P.A. dovrà diventare sempre più faro dell’innovazione. La presidente non ha tralasciato di segnalare le difficoltà per ciò che concerne il ruolo delle province, poste di fronte a sfide sempre più complesse soprattutto in tema di edilizia scolastica.

Per la presidente della regione Donatella Tesei è necessario procedere ad un progetto di semplificazione e crescita della P.A., troppo spesso solo tentato in passato ma senza successo anche a causa dell’eccessiva sovrapposizione di norme, datate e farraginose.

Su questo punto Tesei ha chiesto un cambio di passo, ritenendo che solamente norme chiare e scevre da eccessive interpretazioni possano consentire di operare al meglio.

“Quella che abbiamo di fronte è una sfida che dobbiamo vincere: la P.A. ha bisogno di competenze nuove e di gratificazione, con la consapevolezza di un concetto: se una pubblica amministrazione funziona bene, tutto il Paese funziona bene”.

Per vincere questa sfida, secondo la presidente, è necessario un confronto con gli attori coinvolti, in primis gli enti locali, per comprenderne difficoltà ed esigenze e giocare di squadra per raggiungere gli obiettivi sperati. Infine un appello al ministro: sul pnrr molte competenze sono demandate ai Comuni, ma occorre mettere questi ultimi, specie i più piccoli, nelle condizioni di poter lavorare bene, rafforzandoli.

Il sottosegretario all'Interno, Prisco 

L’Italia ha bisogno di investire in una Pubblica amministrazione che raccolga le sfide del nostro tempo e dia le risposte che servono alla Nazione, cittadini, imprese, territorio”. E’ quanto sostiene il sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco, a margine dell’incontro “Facciamo semplice l’Italia. PArola ai territori” che si è svolto oggi a Perugia, alla presenza del ministro Paolo Zangrillo. 

“Bisogna correre perché abbiamo da realizzare i progetti del Pnrr, l'obiettivo più complesso di quest'epoca in cui la Pa ha una oggettiva sofferenza anche data dai mancati ricambi nell’organico, al centro come nei territori” ha aggiunto ancora, sottolineando che il ministero dell’Interno “vuol fare la sua parte in questo senso: sono già in corso le assunzioni di 400 funzionari a tempo determinato da destinare alle Prefetture per garantire il supporto alle amministrazioni locali per gli adempimenti di monitoraggio, controllo e rendicontazione dei finanziamenti Pnrr. Altre 300 unità di personale saranno destinate alle Ragionerie territoriali dello Stato: il ministero dell'Interno ha già stipulato con il Mef un protocollo d'intesa che prevede la realizzazione di presidi territoriali tra le prefetture e le ragionerie dello Stato, proprio al fine di rafforzare la capacità di gestione degli interventi. Oltre a ciò si sta lavorando per rendere più efficaci anche alcune procedure dirimenti per la messa a terra delle opere”.

“È evidente che per farlo non basta l'impegno, seppur massimo, del Governo ma anche, oltre a regole snelle e chiare, il contributo e la collaborazione di tutti quei soggetti della Pa che, a ogni livello, credono e vogliono scommettere sul futuro di questa Nazione, valorizzando lo spirito di servizio per l'Italia in un quadro in cui il Governo ha il dovere di realizzare il programma per cui è stato votato” ha ribadito ancora Prisco. “Bene fa il ministro Zangrillo a parlare di merito come di responsabilità” ha concluso il sottosegretario.

I Comuni umbri

All'iniziativa di questa mattina alla sala dei Notari, hanno preso parte anche i rappresentanti dei Comuni umbri e dell'Anci. 

Federico Gori, coordinatore dei piccoli comuni di Anci Umbria (sono 63 dei 92 di cui è composta la regione), ha sottolineato l'esigenza di evitare lo spopolamento dei territori e la necessità di adeguare la macchina pubblica visto che "il blocco del turnover ha generato difficoltà, soprattutto per le piccole amministrazioni, che non hanno potuto aggiornarsi, integrando nuove risorse di personale ed aggravando la situazione già difficile, anche solo per svolgere il lavoro ordinario". In questo contesto Gori ha auspicato una collaborazione tra Province, Comuni più grandi ed enti sovraordinati per dar vita ad un welfare istituzionale. "Spero che parallelamente - ha concluso Gori - ci possa essere anche una condivisione con Anci Nazionale che, partendo proprio dalle esperienze territoriali, sarà sempre a disposizione per migliorare i nostri amati Comuni".

Moreno Landrini, vicepresidente vicario Anci Umbria, ha chiuso la prima sessione dei lavori affermando che "far partire questa iniziativa da Perugia e dall’Umbria stimola noi amministratori locali ad un confronto serio, collaborativo e costruttivo in quello che è il nostro obiettivo comune: 'Rendere semplice l’Italia'. Il tema dello snellimento di accesso di cittadini ed imprese nella pubblica amministrazione - ha detto ancora Landrini - è oramai la priorità per garantire la crescita sociale ed economica di una data comunità. La semplificazione delle procedure in Umbria è passata anche attraverso il compimento del percorso di attuazione degli sportelli Suape (Sportello Unico per le Attività Produttive e l'edilizia, ndr). Sono attivi in 43 Comuni e necessitano di azioni di supporto per garantire, sviluppare e verificare la continuità dell’accesso unico digitale".

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