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Verso il fallimento della Provincia: "Niente soldi per strade, scuole e formazione"

Se non ci sarà un intervento dello Stato e una modifica della Riforma la Provincia di Perugia, come tante altre in Italia, salterà. Il presidente ammette: "Non chiuderemo il bilancio prossimo 30 giugno". Ecco cosa succede e perchè

Tutto come ampiamente previsto e scritto. Una riforma senza coraggio, i tagli, i prelievi dello Stato ogni mese dalle casse provinciali e lo scaricabarile del Governo sulla Regione - che dovrà prendersi in carico personale e allo stesso tempo finanziare la moribonda Provincia - sono alla base di una crisi mai vista prima e per la prima volta lo spettro della mobilità ed eventuale licenziamento aleggerà anche sui dipendenti pubblici. 

Oltre che appare difficile il rinnovo dei contratti dei 50 precari che si occupano di formazione, lavoro e politiche europee. Il presidente della Provincia, Nando Mismetti, lo ha detto senza mezzi termini: il bilancio di previsione 2015 non sarà approvato. Non ci sono soldi. Non ci sono certezze da mettere nel bilancio. E tutto questo porta ad una sola conclusione: “Manutenzione di strade e scuole, sportelli per l'impiego e altri servizi fino ad ora erogati dalla ProvincIa sono concretamente a rischio”. Diciamo che sono prossimi ad essere chiusi dato che non ci sarà nessun bilancio entro il prossimo 30 giugno. 

“Non siamo in grado di chiudere il bilancio – ha dichiarato Mismetti – perché non ci si limita a tagliare i conferimenti statali, ma si attuano addirittura prelievi di fondi propri delle Province verso lo Stato. Tutto questo non solo mette in discussione il futuro dei nostri dipendenti che è cosa gravissima, ma avrà un impatto negativo sulle nostre comunità. Il fatto è che tale situazione non dipende dalla nostra gestione. Tanto per chiarire la Provincia di Perugia ha chiuso il 2014 con un avanzo di amministrazione. Il problema è la Legge di Stabilità che preleva i fondi e impone di spendere il 50 per cento in meno del 2014 per i dipendenti quando a tutt'oggi mancano, ad esempio, le tabelle di mobilità del personale”. 

Nessuna manutenzione ordinaria sarà più possibile. Nessuna richiesta dei sindaci su scuole e strade sarà fatta propria dalla Provincia. Da qui la decisione di inviare un forte appello ai parlamentari umbri:  “Tutta la vicenda è in mano al Parlamento – ha chiarito il Presidente – ed è lì che deve essere colto il disagio delle comunità italiane difronte al rischio della tenuta di servizi essenziali". 

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