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Intervista, Lattanzi colpisce ancora in libreria: "Vi racconto il potere della Lorenzetti"

Intervista esclusiva a Claudio Lattanzi che esce venerdì prossimo con il suo nuovo libro "La Zarina - Dal feudo dell'Umbria rossa al cuore del potere". Un'interessante bigrafia, ovviamente non autorizzata, di Maria Rita Lorenzetti

E’ in libreria con la sua nuova inchiesta e questa volta si tratta della biografia politica di Maria Rita Lorenzetti.  Ovviamente non autorizzata. Claudio Lattanzi, già autore de “I Padrini dell’Umbria”, il libro più venduto nella regione nel 2013, ricostruisce passo dopo passo la carriera della ex governatrice finita sotto inchiesta per i reati di corruzione, associazione a delinquere e abuso d’ufficio nel contesto dell’inchiesta fiorentina sui lavori del sottopasso dell’Alta velocità nel capoluogo toscano. Nelle 300 pagine de “La Zarina”, l’autore delinea un quadro del sistema di potere che la Lorenzetti è riuscita a creare intorno a se, in Umbria e a livello nazionale, fornendo anche una descrizione precisa di cosa è veramente  l’Alta velocità e delle gravissime distorsioni connesse a questa colossale opera, con gli interessi privati che la contraddistinguono. Nel libro ci sono tutte le intercettazioni che rivelano retroscena sorprendenti dei rapporti con la Lorenzetti e molti altri personaggi. Il libro sarà in libreria da venerdì 28 marzo.

Chi è davvero Maria Rita Lorenzetti? E’ il prototipo del politico la cui ascesa è stata favorita dall’ appartenenza all’apparato post comunista, con la straordinaria coincidenza, a lei favorevole, rappresentata dalla ricostruzione post sismica del 97 a cui si deve il vero scatto in avanti delle proprie fortune politiche. Una donna di grande intelligenza e capacità relazionali che ha machiavellicamente perseguito gli interessi legati alla propria carriera con spregiudicata abilità sfruttando ogni varco che li si è aperta dinanzi. Ripercorrere la sua biografia politica significa però analizzare come è stata plasmata l’Umbria degli anni in cui viviamo, cioè come si è consolidato un sistema di potere basato sulla spesa pubblica e del controllo dirigistico non solo della macchina amministrativa burocratica che qui è enorme, ma anche delle relazioni con il mondo dell’impresa.

Il libro segue un doppio spartito. Da un lato le vicende nazionali e dall’altro quelle umbre. Quale è il filo conduttore. Il punto di contatto è rappresentato dalla stessa Lorenzetti che incarna alla perfezione molti aspetti. Il primo è sicuramente quello legato al funzionamento delle grandi imprese di Stato che contribuiscono in maniera spesso straordinaria all’indebitamenti pubblico e che sono completamente nelle mani dei partiti i quali, come nel caso dell’Italferr, collocano ai vertici di queste aziende personaggi politicamente affidabili come Lorenzetti. Queste società sono di diritto privato cioè agiscono sul mercato e sono spesso quotate, ma sono a capitale pubblico. I debiti che contraggono li paghiamo noi cittadini. Si tratta, insomma, del tema dei boiardi di Stato, dei loro super compensi e delle società partecipate che costano ai cittadini 23 miliardi all’annoM un tema di cui si parla molto in questo periodo. La vicenda Lorenzetti è anche esemplificativa di come la politica controlla dunque ciò che rimane dell’impresa di Stato, di come si fa carriera dentro il Pd e di quanto sia forte il trasversalismo degli interessi economici che lega Pd e centrodestra. Non dimentichiamo infatti che la nomina di Lorenzetti ai vertici di Italferr venne decisa dal governo Berlusconi.  C’è poi il fatto che l’inchiesta di Firenze fa capire meglio anche come funziona l’Umbria.

Nel libro ci sono moltissimi brani del tutto inediti delle intercettazioni contenute nell’ordinanza del tribunale di Firenze che aveva ristretto l’ex governatrice agli arresti domiciliari. Quale è il quadro che ne esce? Ferma restando la presunzione di innocenza, questi atti delineano i contorni dei veri rapporti della Lorenzetti con altri personaggi. Si legge, ad esempio, di come la Zarina abbia fatto pressioni fortissime su Enrico Letta per avere una nomina garantita all’Authority dei Trasporti in vista della scadenza dell’incarico in Italferr, di come mantenga delle enormi riserve su Catiuscia Marini tanto da ipotizzare, in una conversazione con la senatrice Anna Finocchiaro, che l’attuale governatrice dell’Umbria abbia rapporti strani e privilegiati con rappresentanti delle forze dell’ordine, ma si vede anche come si sia attivata a favore di grandi gruppi industriali umbri, per non parlare dei favoritismi tra cui quello dello studente , figlio di un suo amico ternano, da promuovere con bel trenta ad un esame universitario.  Nel libro sono anche svelati i rapporti con la Coop Centro Italia di Giorgio Raggi, amico della Lorenzetti e come lei, ex sindaco di Foligno e le accuse rivolte al marito della ex governatrice. Un capitolo a parte è invece dedicato alla ricostruzione e alle gigantesche pecche e distorsioni  che l’hanno caratterizzata, ma che non sono state mai descritte ed anzi sono state nascoste da quella  cortina fumogena prodotta ad arte da chi aveva interesse a farla passare come una ricostruzione modello.

In sintesi, cosa resta dell’Umbria lorenzettiana? Una regione drogata dalla spesa pubblica ed ora in gravissima crisi di astinenza, guidata da un ceto politico impresentabile e parassitario, ma con un sistema di potere che ha caratteristiche forse uniche in Italia perché non controlla solo la macchina pubblica, ma anche gran parte del sistema delle imprese.

Come avviene? Attraverso la gestione clientelare dei fondi comunitari, l’esatto meccanismo è descritto nel libro.

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