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Abuso edilizio sulle sponde del Tevere da 6mila metri quadri: perchè non è stato abbattuto?

Riceviamo e pubblichiamo la denuncia del Movimento 5 Stelle che ha attivato la commissione di inchiesta e controllo del Comune per capire le ragioni del mancato abbattimento di un abuso edilizio che addirittura nel corso degli anni è stato esteso

Riceviamo e pubblichiamo la denuncia del Movimento 5 Stelle che ha attivato la commissione di inchiesta e controllo del Comune per capire le ragioni del mancato abbattimento di un abuso edilizio che addirittura nel corso degli anni è stato esteso. Sotto accusa, secondo il Movimento 5 Stelle, la Distilleria Di Lorenzo

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di Cristina Rosetti* capogruppo Movimento 5 Stelle a Perugia

“Il M5S ritiene che gli abusi edilizi non debbano in alcuna misura essere tollerati. Pertanto, dopo l’abuso delle  soffitte trasformate in appartamenti, poi, addirittura venduti, in Località Resina, che ha portato all’adozione della Deliberazione del Consiglio Comunale, che, all’unanimità, prescrive alla Giunta il corretto rispetto della legge, abbiamo chiesto l’attivazione della Commissione Controllo e Garanzia su un altro grave abuso edilizio, relativo ad un piazzale di ben 6000 metri quadrati vicinissimo peraltro alle sponde del Fiume Tevere, perpetrato dalla Società Distillerie Di Lorenzo. 

Nel lontano 2000, come risulta dalla sentenza del TAR Umbria, il Comune di Perugia, con ordinanza n. 50, 
contestava alla Società in questione: a) la totale demolizione di un edificio in muratura, per una superficie d’ingombro di circa mq 200, in assenza di concessione edilizia; b) la realizzazione di un “battuto di cemento”, ossia la pavimentazione di un piazzale per circa 6000 metri quadri e la destinazione di esso a deposito di materie di lavorazione senza concessione edilizia e senza rispettare i vincoli ambientali e di destinazione urbanistica. 
c) La realizzazione di una recinzione in particolare difformità rispetto alla concessione edilizia n. 240/97 rilasciata all’uopo, e ordinava la demolizione di tutte le opere. Da allora, veniva instaurato un contenzioso giudiziale dinanzi al TAR e al Consiglio di Stato, che respingevano le doglianze della Società ricorrente e statuivano la definitiva legittimità dell’ordinanza di demolizione. 

Siamo nel 2010 e nonostante la sentenza del Consiglio di Stato, il Comune di Perugia non si attiva per la demolizione del manufatto abusivo – piazzale di 6000 metri quadrati -, di cui pertanto la Società continua a fare uso. La medesima Società, in questi anni, ha, peraltro, realizzato un ulteriore ampliamento del piazzale abusivo, per una superficie di 800 metri quadri, adibita a spazio di manovra degli automezzi e stoccaggio di materie prime di lavorazione, e ha realizzato altri due piazzali in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale, nonché al vincolo per rischio idraulico, la cui abusività è stata contestata dall’amministrazione comunale e per cui penderebbe un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato, dopo il rigetto del ricorso presentato dalla Società, da parte del TAR Umbria, nel 2013. 

Stante la definitività dell’ordinanza di demolizione dell’originario piazzale di 6000 metri quadri, a partire dal 2010, abbiamo ritenuto di attivare la Commissione di controllo e garanzia perché si verifichi la legittimità dell’inerzia serbata, in questi anni, dall’amministrazione, che non ha portato in esecuzione l’ordinanza di demolizione dei manufatti abusivi, nonché l’eventuale responsabilità amministrativa di quei dirigenti ed uffici che dovevano agire e sono rimasti inerti”.

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