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La politica fa flop anche nel comune più piccolo dell'Umbria. I consiglieri si ribellano al sindaco: "Meglio il commissario prefettizio"

Il sindaco aveva detto di essersi dimesso ma i consiglieri, a loro dire, lo avevano sfiduciato e si sono dimessi in massa per far saltare la legislatura

Giallo politico, con tanto di rischio di inchiesta (al momento fascicolo non aperto) della Corte dei Conti e non solo, nel più piccolo dei comuni dell'Umbria, Poggiodomo, dove è in corso una grave crisi politica che ha coinvolto  il sindaco Emilio Angelosanti. Tutto questo accade in un borgo di poche anime (meno di 100) - ma di rara bellezza - che andrebbe certamente rilanciato e ripopolato e sulla carta dovrebbe essere unito invece che spaccato in micro-fazioni. Dove il primo cittadino praticamente dovrebbe essere più che un capo-popolo, una sorta di capo-famiglia o il figlio a disposizione di tanti nonni (la popolazione anziana è dominante).

Eppure invece qualcosa è successo, da qui il giallo politico con tanto di arrivo di un Commissario inviato dalla Prefettura di Perugia per "governare" il comune più piccolo dell'Umbria. Andando al succo, al momento spremuto, dalle parti in lotta: ovvero sindaco praticamente contro tutti, o quasi, i consiglieri di maggioranza e minoranza. Il primo cittadino Emilio Angelosanti annuncia le dimissioni e le ratifica ufficialmente il 7 ottobre scorso. In teoria ha 20 giorni per decidere se confermarle oppure no, restando nel frattempo alla carica.

Ma sono dimissioni volontarie o, come si usa dire, è stato dimissionato? Per i consiglieri anti-sindaco Angelosanti non è stata detto tutta la verità: non si sarebbe liberamente dimesso, ma sarebbe stato defenestrato con tanto di atto redatto davanti un notaio, e il conseguente e immediato arrivo del commissario prefettizio.. Scrive la consigliera di Poggiodomo Marina Amori: "Il 30 settembre scorso, io insieme a sei colleghi di minoranza e maggioranza, abbiamo firmato, presso un studio notarile di Roma, l’Atto di sfiducia nei confronti di Angelosanti, provvedimento che ha ratificato le non più sussistenti condizioni politiche per il prosieguo di governo dell’attuale Amministrazione comunale. Il sindaco è stato sfiduciato, non si è dimesso pertanto non gli spettano i venti giorni di tempo ai quali avrebbe avuto diritto in caso di dimissioni, ma deve lasciare subito l’incarico e il Comune verrà commissariato".

Secondo tale ricostruzione i consiglieri Amori insieme ai colleghi Filippo Marini, Giampaolo Peroni, Mattia Pompa, Francesca Benedetti, Silvia Bartocci e Alberto Piergentili hanno rassegnato le dimissioni da consiglieri comunali il 29 settembre. Il motivo è molto forte e rischia di essere una bomba se provato: "Poiché era opportuno dare un forte segno di dissenso e totale assenza di condivisione rispetto all’operato ambiguo e poco trasparente del Sindaco, per nulla aderente al suo mandato istituzionale e molto lontano dalle reali esigenze della comunità". I consiglieri ribelli daranno massima disponibilità al commissario, Maria Speranza Sciurpi "con la quale siamo pronti a dialogare e collaborare cosicché le necessità di Poggiodomo vengano accolte; abbiamo piena fiducia che la Dottoressa Sciurpi saprà guidare la rinascita di questo piccolo ma prezioso territorio”. Insomma anche nel comune più piccolo dell'Umbria la politica fa flop e i maldipancia sono talmente tanti che si ha più fiducia di un funzionario pubblico che di un eletto del popolo. 
 

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