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Dopo 10 anni di attesa un nuovo Piano Sanitario regionale: più sanità territoriale, case salute, servizi integrati e Commissione di controllo

Un segnale forte per una sanità sempre più legata alla cura e prevezione extra ospedaliera nei territori collegando tutta la filiera socio-sanitaria dal centro alla periferia

Da 10 anni mancava un piano sanitario regionale aggiornato e innovativo che è il cuore della gestione sanitaria, economica e territoriale della nostra sanità. Questa mattina la Giunta Tesei ha dato il via libera al testo che poi dovrà passare per il consiglio regionale. Non solo ospedali ma tanta innovazione su controlli e su una sanità del territorio dove al centro ci deve essere sempre la persona con i suoi bisogni-diritti. “Nel nuovo Piano dal titolo ‘Umbria, la salute al centro’ – ha spiegato l’assessore Coletto - non si parla solo del sistema sanitario, ma c’è un forte collegamento con l’ambito socio- sanitario, con l’obiettivo finale di migliorare le prestazioni erogate in ambito socio- sanitario, in particolare quelle legate ai Livelli essenziali di assistenza”.

luca-coletto-1Le aziende ospedaliere rimarranno 2, così come due saranno ancora le aziende sanitarie territoriali, “anche se questa decisione – ha spiegato l’assessore -  è in mano al Consiglio regionale”. Mentre è stata messa mano ai distretti socio-sanitari: tutte le sedi fisiche sul territorio resteranno per erogare servizi ma tecnicamente passano da 12 a 5 a livello di "governo-dirigenziale". "Il cambiamento infatti, ha solo lo scopo di accorciare la catena di comando per rendere più agevole il governo”: ha precisato l'assessore Coletto (nella foto). Per la massima trasparenza - onde evitare gli scandali del passato - due importanti strumenti: introdotti servizio di verifica sia contabile che tecnico scientifico e la Commissione regionale per la valutazione degli investimenti che stabilirà l’opportunità degli acquisti per importi superiori a 200 mila euro.

Secondo le indicazioni del Piano regionale sanitario i fondi del PNRR verranno utilizzati anche "per la revisione e l’implementazione della rete territoriale, privilegiando la costituzione di Case e Ospedali di Comunità prioritariamente attraverso la riconversione di strutture esistenti, tenendo conto della distribuzione demografica della popolazione ed a seguito di processi di concertazione". Un segnale forte per una sanità sempre più legata alla cura e prevezione extra ospedaliera nei territori collegando tutta la filiera socio-sanitaria dal centro alla periferia. 

L'Obiettivo strategico della nuova programmazione regionale dunque è quello di superare l’attuale frammentazione e settorializzazione, attraverso un rafforzamento della programmazione integrata, del monitoraggio e della valutazione. "Di fronte a bisogni sempre più complessi e articolati, anche a seguito dell’emergenza Covid 19, - ha spiegato l'assessore Coletto - è necessario rafforzare la governance complessiva, puntando sull’integrazione delle politiche, dei servizi, degli interventi, delle risorse e sulla valorizzazione del capitale relazionale, al fine di accrescere la qualità della vita nelle comunità locali. Con il rafforzamento dell’integrazione sociosanitaria si avvia un percorso volto ad evitare duplicazioni di interventi, ad un uso più efficiente ed efficace delle risorse professionali e finanziarie, alla prontezza, appropriatezza e continuità delle risposte a vecchi e nuovi bisogni puntando, nel contempo, sulla prevenzione".

Per meglio orientare l’attuazione di politiche volte ad incentivare pratiche di innovazione sociale si rende necessaria una revisione dei percorsi di autorizzazione e di accreditamento delle strutture operanti nel sociale, con particolare riferimento alle prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, cioè tutte le attività che hanno l'obiettivo di supportare la persona in stato di bisogno. Gli ambiti del sociale e del sanitario, seppur distinti per settori di attività, andranno riallineati entro un quadro di integrazione e innovazione, così come anticipato nel documento del 2020 “Riorientare l’azione regionale nelle politiche sociali in Umbria”.
 

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