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PIANO RIFIUTI | Tanto rumore per nulla sul Termovalorizzatore: nessuna località scelta. Ecco chi lo deciderà, la mappa e l'iter per l'impianto

I calcoli sulle quantità di tonnellate dei rifiuti che si vuole trasformare in energia dimostrano l'impossibilità di importare materiale extra-regione

Tanto rumore per nulla, almeno al momento. Il luogo fisico dove si vuole realizzare il termovalorizzatore per chiudere il ciclo dei rifiuti - che permetterà in Umbria di chiudere gran parte delle discariche alla luce anche di un potenziamento della raccolta differenziata per arrivare a quota  75%  - non è stato ancora deciso e soprattutto non sarà deciso a breve. Ma c'è di più: non sarà stabilito dalla Regione ma dall'Autorità di ambito acqua-rifiuti del presidente Antonino Ruggiano. Unica certezza - come confermato in conferenza stampa sulla spiegazione del Piano Rifiuti Regionale - è che si intende realizzarlo in provincia di Perugia.  Altre conferme importante: non scatterà, per le dimensioni dell'impianto, una caccia selvaggia ai rifiuti da bruciare fuori regione (e quindi a rischio) come dimostrano tutti i calcoli sulle tonnellate massime dalle quali recuperare energia.

foto-cs-piano-rifiuti2-2“L’impianto, nel rispetto dei principi di autosufficienza e prossimità, avrà una capacità effettiva limitata a 160mila tonnellate all’anno di rifiuti trattati, sia urbani che speciali, di produzione regionale. Una quantità – ha evidenziato – appropriata, in linea con le esigenze dell’Umbria”. Al momento sono state definite da parte della Regione soltanto le mappe delle aree non idonee del territorio regionale. Ma nella valutazione del luogo da selezionare peserà a tutela di alcuni comuni la presenza di zone agricole di pregio.  “Compete alla Regione la pianificazione e la programmazione degli impianti pubblici, mentre sarà l’Auri a stabilire dove sarà realizzato l’impianto di recupero energetico” ha concluso l'assessore Morroni.

E l'iter? E i tempi per la realizzazione e messa in piedi del termovalorizzatore: entro quattro mesi dall’approvazione del Piano regionale, tramite avviso pubblico di manifestazione d’interesse, sarà avviata la procedura per la progettazione, la realizzazione e la gestione dell’impianto. Prima dei diciotto mesi dall’approvazione, avverrà l’affidamento, cui seguiranno trenta mesi per realizzare l’impianto. La messa in esercizio, che stimiamo dal 1° gennaio 2028, segnerà l’interruzione del conferimento in discarica dei rifiuti derivanti dal ciclo di gestione dei rifiuti urbani che possono essere recuperati dal punto di vista energetico.

Gli obiettivi del Piano rifiuti sono: la diminuzione del 4,4% della produzione dei rifiuti, l’incremento della raccolta differenziata al 75%, il raggiungimento dell’indice di riciclo del 65% e la riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti non riciclabili e non recuperabili fino a un tetto del 7%, con cinque anni di anticipo rispetto ai target fissati dalla programmazione nazionale ed europea. Sono fra gli obiettivi sfidanti che la Regione Umbria si propone di conseguire con il nuovo Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti.

 “Il percorso del nuovo Piano – ha ricordato la Presidente Tesei – è stato avviato nel luglio di due anni fa, con la costituzione e l’istituzione di un Comitato Tecnico Scientifico che, con un lavoro rigoroso e puntuale, ha fornito un quadro della situazione dell’Umbria, evidenziandone le criticità e i ritardi notevoli causati dalla mancanza di una programmazione coerente con le esigenze del territorio regionale. Analisi scientifiche e approfondimenti tecnici sulle migliori esperienze in materia di gestione dei rifiuti a livello nazionale ed europeo sono stati le basi per la definizione della proposta che abbiamo preadottato ieri per un Piano – ha rilevato – che fa compiere un passo in avanti all’Umbria, garantendo risposte concrete a problematiche di grande rilevanza”.

ECCO LA MAPPA DELLE ZONE ROSSE INTERDETTE 

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