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Piano rifiuti, i sindaci di Magione e Corciano: "Borgogiglione va chiusa subito". 5Stelle: no al termovalorizzatore


Il nuovo piano rifiuti dell'Umbria è stato presentato ufficialmente dall'assessore Morroni e dalla Presidente Tesei dopo due lunghi anno di studi del comitato tecnico scientifico. Le novità: nuovi impianti per potenziare la raccolta differenziata - da portare al 75 per cento dopo il 66,2 per cento raggiunto -, la chiusura di tre discariche, ampiamento temporanea di Borgogiglione, Belladanza e Orvieto per evitare il collasso, recupero del Ccs per poterlo bruciare dal 2030 in un nuovo termovalorizzatore calato sul fabbisogno della sola Umbria in fatto di chiusura del ciclo. Una svolta radicale dunque rispetto al passato. 

Ma il piano non piace né all'opposizione né ai sindaci di Corciano e Magione; quest'ultimi non hanno gradito l'ampliamento della discarica del territorio che comunque sarà destinata alla chiusura entro il 2030. Per il sindaco di Magione – comune in cui ha sede l'impianto di Borgogiglione – "con la decisione della Regione viene meno la speranza di veder chiuso il sito in tempi brevi. La richiesta della Giunta regionale – sottolinea Chiodini – venga accompagnata da assicurazioni sulla quantità contenuta delle nuove volumetrie e sull'indicazione di una data futura certa e definitiva di cessazione dell'impianto, possibile solo con la contestuale individuazione di un sistema alternativo di chiusura del ciclo dei rifiuti. Si trovino, in altre parole, le condizioni – conclude Chiodini – per 'staccare la spina' davvero alla discarica".

Simile la posizione del sindaco di Corciano, comune che si accolla larga parte del traffico pesante in ingresso alla discarica. Per Betti "vanno mantenute nel tempo modalità equilibrate di utilizzo dell'impianto, in modo da evitare uno sfruttamento selvaggio delle nuove cubature che saranno realizzate, con il conseguente appesantimento del traffico veicolare. Si dovrà inoltre avere particolare cura nel monitoraggio ambientale della discarica nel corso del tempo, con l'obiettivo, come sta avvenendo in questi ultimi anni, di una gestione virtuosa e lungimirante del sito. Non consentiremo – conclude Betti – prevaricazioni o eccessi a danno del territorio".

Movimento 5 Stelle, coerente con la sua storia, attacca sul nuovo inceneritore considerato un metodo non adeguato e pericoloso per chiudere il ciclo dei rifiuti: "Tutto quello che temevamo di subire dalle giunte Lorenzetti e Marini, che ampliassero le discariche, che Terni diventasse il camino unico dell'Umbria, che costruissero un nuovo inceneritore a Perugia, che i cementifici di Gubbio iniziassero a bruciare rifiuti, che l'Umbria si trasformasse nel cuore nero d'Italia, è diventato realtà con la peggiore destra di sempre. Una destra che nega gli effetti dell'inquinamento sulla salute, che nega i cambiamenti climatici e che nega lo studio Sentieri ci sta riportando indietro di 30 anni. Un piano fatto su misura per i monnezzari, per le multiutility proprietarie di inceneritori e discariche che faranno affari d'oro".

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