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C'è un'idea in Comune: a Perugia tasse ridotte per chi adotta un cane randagio

Spunta l'ordine del giorno del Pd: per favorire le adozioni Tari ridotta fino a 400 euro. Ecco la proposta per salvare gli amici a quattro zampe

A Perugia paghi meno tasse se adotti un cane del canile comunale. Fantascienza? No, ordine del giorno fresco di deposito del consigliere Pd Emanuela Mori. L’obiettivo, spiega, è quello di favorire l’adozione dei cani randagi tramite contributi economici a valersi sulla Tari. L’imposta sui rifiuti, per capirci. Per l’effetto sarà necessaria, a proposito, una modifica del relativo regolamento concernente l’imposta comunale unica.

E per migliorare l’odg, nel documento si ricorda che il fenomeno del randagismo comporta anche problemi di sicurezza e di igiene pubblica. “Il Comune di Perugia – scrive la Mori - provvede alla gestione ed al mantenimento dei canili rifugio, strutture indispensabili, ma oggettivamente tristi rispetto ad obiettivi sia di benessere dell'animale che di contenimento dei costi a carico delle pubbliche amministrazioni. Una città pet-friendly non è un sogno impossibile da realizzare, ma è fondamentale che le istituzioni diano priorità ad anagrafe e sterilizzazione, mettendo in campo soluzioni innovative ed economicamente vantaggiose per i cittadini, al fine di limitare il fenomeno del randagismo di cani e gatti”.

E ancora: “Con il progetto “Adotta un cane e risparmi sulle tasse” il comune di Perugia dovrebbe dunque mettere in campo tutte le azioni necessarie per favorire e promuovere le adozioni degli animali abbandonati o ospitati nel canile comunale, prevedendo come incentivo uno sconto sulle tasse per i cittadini che adottano un animale”.

E per andare sul sicuro (ed evitare furbacchioni senza cuore), “controlli periodici in qualsiasi momento ed anche senza preavviso, da addetti del settore comunale preposto, anche con l'ausilio della Polizia Municipale e di personale specializzato o appartenente ad associazioni animaliste riconosciute”.

Quindi, si passa all’impegno di sindaco e giunta “a promuovere le adozioni di cani randagi, catturati nel territorio comunale e custoditi presso il canile convenzionato, attraverso la concessione di un contributo economico corrispondente all’importo della Tari (Tassa sui rifiuti), calcolato sulla base dell’importo annuo dovuto dal nucleo familiare del cittadino o dell’azienda adottante” e “a prevedere che la misura del contributo sia pari all’importo del tributo sui rifiuti dovuto su base annua, prevendendo un limite massimo fissato nella misura annua di 400 euro, a beneficio di tutti i privati cittadini detentori di immobili di residenza o, in caso di impresa o azienda, della sede legale e/o operativa che adotteranno un cane ricoverato presso il canile comunale, a fronte di un protocollo di intesa  o un disciplinare che ne regoli le condizioni, i requisiti e i relativi controlli sulle vaccinazioni e sulle sue condizioni di salute”.

Infine, Romizi e i suoi dovranno “prevedere che tale contributo sia riconosciuto anche per gli anni successivi all’adozione, previa verifica della permanenza in vita e delle buone condizioni di salute e di mantenimento del cane, da parte del comune e/o eventuale associazione di tutela degli animali convenzionata con il Comune”. A Palazzo dei Priori (e ai suoi equilibri di bilancio) la risposta. 

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