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La Proposta | Emanuela Mori: "Ecco perchè lo screening gratuito al seno deve essere esteso alle donne dai 45 anni in su"

Riceviamo e pubblichiamo la spiegazione della proposta di abbassare a 45 anni lo screening gratuito per le donne umbre in fatto di prevenzione del tumore al seno. La proposta è stata approvata in commissione a Palazzo dei Priori.
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di Emanuela Mori - capogruppo Italia Viva Comune di Perugia
Vorrei esprimere piena soddisfazione per l’approvazione avvenuta all’unanimità della mia mozione presentata e discussa questa mattina in IV Commissione per l’estensione dello screening al seno gratuito per le donne della fascia di età compresa tra i 45 e i 69 anni. Fin dall’inizio del mio impegno in politica mi sono sempre concentrata sulle politiche di genere ed in quest’ottica rientra il sostegno alle politiche sanitarie, alle esigenze delle donne a partire dalla lotta al tumore al seno.

Per questo ho deciso di presentare questa mozione per chiedere lo screening gratuito ed obbligatorio a partire dai 45 anni, in linea con l’azione portata avanti a livello nazionale dal gruppo Italia Viva in Senato con la sen. Ginetti tra i primi firmatari, nella consapevolezza dell’importanza della diagnosi precoce che costituisce il miglior sistema di lotta nei confronti della malattia. Il tumore al seno è una malattia socialmente rilevante: si stima che in Italia nel 2019 abbia colpito 53.500 donne con un tasso di crescita costante dal 2003 e che tale malattia si confermi la prima causa di decesso per patologia oncologica nella popolazione femminile con 12.760 vittime all’anno. La diagnosi precoce costituisce il miglior sistema di lotta nei confronti della malattia ed al momento lo screening è gratuito tra i 50 e i 69 anni.

Come gruppo di Italia Viva chiediamo l’impegno dell’Amministrazione comunale a farsi parte attiva nei confronti di Regione dell’Umbria e Asl per considerare l’opportunità di rivedere l’attuale sistema di screening gratuito della mammografia, inserendo dei questionari sulla familiarità ed estendendo ad una fascia di popolazione femminile più ampia a partire dai 45 anni di età con cadenza biennale, di riorganizzare la radiologia clinica del territorio spesso in affanno, di avviare un sistema di prevenzione primaria favorendo una campagna di comunicazione volta alla sensibilizzazione della popolazione femminile, prevedendo l’organizzazione di una campagna informativa e visite con cadenza periodica nei distretti territoriali.

Colgo l’occasione anche per ringraziare tutte le associazioni di volontariato che si occupano della tematica, per l’impegno e le azioni che mettono in campo per promuovere l’importanza della prevenzione e degli stili di vita corretti e per sostenere le donne che si trovano a vivere la traumatica esperienza del tumore.

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