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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Perugia, bocciati cittadinanza onoraria per i figli degli stranieri e appello Ius soli

L'ordine del giorno del centrosinistra respinto dalla maggioranza: "Cittadinanza onoraria per altri scopi e con altri requisiti"

Nessuna cittadinanza onoraria per i figli nati in Italia, residenti a Pergia, da genitori stranieri. La maggioranza di centrodestra più civici ha respinto la proposta del centrosinistra a guida Pd di approvae questo atto - simbolico - per dare, secondo i proponenti, maggiore impulso all'integrazione in città ribadendo la vocazione internazionale del capoluogo umbro. La cittadinanza onoraria non accresce nessun diritto legale ma di fatto è un riconoscimento, un premio, un segnale politico chiaro. Che vuole portare come ribadito in commissione cultura verso la sostituzione dell'attuale legge nazionale basata sul ius sanguinis” (o “diritto di sangue”) con lo ius soli (diritto ad appartenere alla comunità dove si nasce anche se i genitori sono stranieri). L'attuale normativa nazionale prevede "chi nasce in Italia da genitori stranieri deve attendere il compimento della maggiore età per richiedere la cittadinanza italiana, dimostrando di avere risieduto in Italia “legalmente e ininterrottamente” sin dalla nascita".

Non c'è esclusione ma un tempo fino alla maggiore età per richiedere di essere italiano oppure no. Nella proposta del centrosinistra non c'era solo la parte simbolica (una manifestazione per dare la cittadinanza onoraria a chi nasce a Perugia) ma anche un forte richiamo politico al divisivo Ius Soli (mai digerito da Fratelli d'Italia e Lega): sollecitare i Deputati ed i Senatori eletti in Umbria - si legge nella proposta ufficiale - affinché si attivino per far sì che i progetti di legge di riforma della legge 91/1992 proseguano il loro iter parlamentare e perché si facciano portatori, in sede parlamentare, delle istanze dei minori stranieri di seconda generazione. Un tasto politico di caratura nazionale più che locale ha fatto notare il capogruppo di Progetto Perugia Francesco Vignaroli pur apprezzandone lo spirito: "Tuttavia questo aggiornamento normativo non è un compito del Comune di Perugia che non può incidere in alcun moto sul tema. Inoltre esprimo perplessità sull'ordine del giorno circa la proposta di concedere la cittadinanza simbolica perché ciò può ingenerare confusione non dando risposte vere ai giovani coinvolti".

Il capogruppo della Lega Mattioni ha ribadito il no alla proposta "ritenendo che l’istituto della cittadinanza onoraria sia nato per finalità diverse e perché non serve una cerimonia per dimostrare l’apertura della città rispetto ai temi dell’integrazione e dell’accoglienza". Lo stesso tenore da Fratelli d'Italia espresso dal consigliere Paolo Befani: "la concessione della cittadinanza onoraria nel nostro comune richiede presupposti diversi e viene data solo in occasioni particolari". Alla fine l'ordine del giorno è stato respinto con 10 contrari (maggioranza) e 4 a favore (opposizione). La relatrice Lucia Maddoli ha espresso disappunto per quanto sentito nel corso del dibattito, ritenendo che "la chiusura dimostrata dalla maggioranza rappresenti un vulnus per le legittime istanze dei tanti giovani stranieri di seconda generazione".

L'ex candidato a sindaco Giuliano Giubilei ha detto di trovare anomalo il fatto che i consiglieri di maggioranza esprimano condivisione per lo spirito dell’odg, salvo poi manifestare una contrarietà quando si tratta di votare l’atto. Giubilei ha specificato che un’eventuale approvazione non determinerebbe una sostituzione del Comune di Perugia agli organi preposti, ma consentirebbe di dare un segnale preciso nel segno dell’apertura. Al di la delle frasi di circostanza e del politichese, il centrodestra resta ancora alla legge dei "padri", motivo di scontro a livello nazionale molto forte. Tanto è vero che sia alla Camera che al Senato le proposte per lo Ius Soli e Ius Culturae sono tutte ferme e il governo Conte - giallo-rosso - non ha mai preso provvedimenti ufficiali. 

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