Voleva far sparare ai piccioni del centro, ma il sindaco Romizi lo ha impallinato prima...
La controversa proposta di contenere il numero dei piccioni in città anche attraverso le doppiette dei cacciatori è stata discussa in consiglio comunale. Ma il consigliere Traccheggiani si è trovato sulla sua strada il sindaco e una parte della maggioranza
Caricate, puntate e no. Fermi tutti. Non si può. Cacciatori, rinfoderate pure le doppiette, i sovrapposti o le fionde. Il consiglio comunale di Perugia placca, per un solo voto, l'ordine del giorno di Tracchegiani, Forza Italia, sul “contenimento dei piccioni in città”. Quindi niente tiro al volo col pennuto. La votazione del dispositivo è praticamente al cardiopalma, con i numerini verdi e rossi che restano uguali per una lunghissima manciata di secondi. Praticamente interminabile.
L'opposizione con gli occhi sgranati, la maggioranza in silenzio tiene botta. Il firmatario che già pregusta il successo e la salva iniziale del contenimento a suon di piombo. E invece tutto si sblocca all'ultimo. Undici contrari, dieci favorevoli, otto astenuti. Compreso il sindaco Romizi a dire no. E il presidente del consiglio Varasano che annuncia la bocciatura. Poco prima era stato il vicesindaco Barelli a piantare giù una pietra tombale sul “progetto” di Tracchegiani. Le contromisure al volatile molesto e untore di malattie adottate dall'amministrazione funzionano, ha spiegato il numero due della giunta Romizi.
E poi, ha aggiunto, è un tantino illegale sparare in un centro abito. Storico o no che sia. Stesso punto cavalcato dall'opposizione, Cinque Stelle e Pd (che comunque perde pezzi, tipo Borghesi e Mirabassi, favorevoli) con Bori che a dirla tutta trattiene a stento lacrime e risate durante l'intervento per annunciare il proprio no, ricordando “l'antesignano dello sparare ai piccioni, Stelvio Zecca”. Conclusione: il piccione non è un bersaglio. Ancora.
