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Casta, Pd ai furbetti: gli eletti che non versano al partito non ricandidati

Il tesoriere nazionale del Partito democratico Antonio Misiani e quello regionale Edoardo Gobbini a favore del taglio del finanziamento pubblico: autofinanziamento e versamenti da parte degli eletti

"I tagli al sostegno pubblico ai partiti siano occasione per una gestione finanziaria sempre più oculata, sistematicamente certificata ed improntata sui contributi volontari e sulla cultura dell'esempio: è questa l'unica via per garantire un'azione riformista autorevole ed indipendente”.

Il tesoriere nazionale del Partito democratico, Antonio Misiani e quello regionale Edoardo Gobbini si sono incontrati in questi giorni a Perugia per fare il punto sullo stato finanziario del Pd alla luce del dimezzamento dei contributi elettorali varato dal Parlamento nelle scorse settimane.

Dal colloquio è emerso “che il Pd deve essere in prima fila nel contribuire alla riduzione dei costi della politica, garantendo la massima trasparenza del suo finanziamento”. E' stato inoltre ribadito “il ruolo fondamentale dell'autofinanziamento, rispetto al quale il Pd intende prospettare un chiaro impianto di regole: le feste estive, il tesseramento diffuso e limpido, le sottoscrizioni. Tutto questo, assieme all'indennità dovuta dagli eletti, rappresentano un modo pulito di sostenere il partito”.
 
Secondo Gobbini “s'impone il rispetto dello statuto del partito nella parte che sanziona gli esponenti politici eletti che non versano la propria quota di sottoscrizione volontaria: non solo attraverso l'effetto di trasparenza garantito dall'albo dei sottoscrittori, ma anche nella non ricandidatura sotto il simbolo del Pd. Anche su questi aspetti – è la riflessione del tesoriere regionale – passa il rinnovamento della politica e il recupero di fiducia da parte dei cittadini”.
 

 

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