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Partito democratico, appello dei 104 a Verini: "Assemblea sciolta? Non ci risulta, si torni al confronto in vista del voto. Questa è la nostra casa"

Appello dei componenti dell'organismo regionale al commissario del Pd umbro: "Non disperdiamo il patrimonio delle primarie. Il tempo stringe"

L'assemblea regionale del Pd sciolta? "Non ci risulta". 

Le procedure per il suo scioglimento sono state avviate? "Allora la nostra richiesta di convocarla, a giugno, era più che legittima".

Duecentocinquanta rappresentanti scelti da 20mila persone con il loro voto alle primarie sono un patrimonio che non va disperso, ma dal quale ripartire. Se viene data la possibilità di ristabilire il confronto politico. Il fronte dei cosiddetti 104, i firmatari della richiesta al commissario Walter Verini, rinnovano l'invito a che il Pd torni a vivere e lavorare da partito che si trova, sì, in una situazione di particolare criticità, visti i risultati elettorali recenti e a monte la bufera dell'inchiesta sui concorsi all'Azienda ospedaliera, ma che ha ancora la forza e la volontà di lavorare per un progetto comune. "Siamo in questa barca e vogliamo remare insieme" assicura Sauro Cristofani, dirigente regionale e portavoce di questo appello, "nessuna sorpresa, a Verini lo abbiamo già detto a voce in più occasioni, ci pesa essere qui in conferenza stampa a ribadirlo, ma andava fatto", che all'idea di una eventuale scissione non pensa proprio. "Siamo del Pd e nel Pd vogliamo affrontare questa situazione, nei luoghi e nei tempi che lo statuto prevede. Ma ad oggi è stata proprio la possibilità di avere un luogo di confronto ad essere venuta meno. E perché? Se l'assemblea è sciolta, questa decisione dovrà essere spiegata da Roma, ci dovranno essere spiegate le ragioni perché una decisione del genere deve avere delle motivazioni ben precise, previste dalle nostre regole". 

Gli intenti e i propositi sono positivi, "confrontiamoci, lavoriamo insieme", anche se il fronte dei 104, in riferimento alle primarie di dicembre, si trova su un altro fronte rispetto al commissario, "In quell'occasione abbiamo sostenuto una linea differente, quella che si è rivelata maggioritaria all'interno del partito, a nostro modo di vedere è il commissario Verini che ha necessità del supporto e del confronto con l'assemblea che è frutto di una votazione. Ma questo non significa che mettiamo in discussione il commissario. Però, certo, qualche critica alla gestione di questo particolare momento lasciatecela fare, siamo in democrazia". 

Con Cristofani al tavolo, Gianfranco Chiacchieroni, ex capogruppo in Regione, e Franco Ciliberti, tra il pubblico, Giampiero Giulietti, l'assessore regionale Fernanda Cecchini, Alvaro Mirabassi, la consigliera comunale di Perugia, Erika Borghesi. 

"Mariniani-Bocciani? Non è questione di etichette. Siamo espressione della sintesi che è essenza del Partito democratico, l'incontro tra le due anime che sono la forza del Pd. Poi ci sono le conoscenze personali, che non rinneghiamo, e le questioni giudiziarie sulle quali non spetta a noi fare valutazioni. Ma quello che conta è ridare al partito la sua dimensione, nel rispetto delle regole. Riavviare il confronto, e farlo in fretta. Non è un ultimatum, ma il calendario parla chiaro. Siamo a luglio, poi ci sarà la pausa estiva. A settembre le elezioni saranno ormai prossime".

Il Pd dall'animo inquieto, scosso dall'inchiesta della Procura e dall'esito delle urne, si scioglie al caldo del sole di luglio? Per il "fronte dei 104" no. Con più di qualche se e di qualche ma. Nessuna scissione, diaspora, il confronto deve essere all'interno. Ma, dicono, deve essere consentito. Subito, senza forzature che rappresenterebbero un'ulteriore sconfitta. 

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