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Lite in commissione: Fratelli d'Italia vuol parlare di Bibbiano, ma per il Pd è "inaccettabile"

Poi vince la dialettica e si snocciolano i dati del servizio di tutela dell'infanzia del Comune di Perugia

Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia al Comune di Perugia chiede di parlare delle vicende di Bibbiano e il Pd insorge: “Ci sono temi urgenti e ancora drammaticamente attuali di cui occuparsi”.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Riccardo Mencaglia, ha chiesto di trattare “un argomento molto sensibile, e prende il via da un’iniziativa di carattere nazionale nata a seguito dell’inchiesta, avviata già nel 2018 dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, denominata ‘Angeli e Demoni’. Ma, nelle mie intenzioni - ha precisato - intende essere uno strumento soprattutto per stimolare una riflessione sul tema e una discussione finalizzata a conoscere meglio come funziona il sistema degli affidi nella nostra città e capire come possiamo sostenere i servizi e il lavoro degli operatori per il bene dei minori stessi, senza strumentalizzazioni politiche”.

Secondo Mencaglia “l’affidamento dei minori in difficoltà familiare troppo spesso rappresenta una soluzione non temporanea, come invece dovrebbe essere, con la conseguenza che non si raggiunge mai per un bambino la situazione di stabilità familiare che è fondamentale per il suo sviluppo. A livello generale, l’attuale sistema di affido dei minori presenta evidenti criticità, soprattutto tenendo conto dell’eccessiva discrezionalità attribuita ai servizi sociali, dei conflitti di interessi attribuibili a operatori del settore e la mancanza di adeguati ed efficienti strumenti di controllo sull'affidabilità dei soggetti affidatari e sugli standard qualitativi e di servizio delle comunità ospitanti”.

Critica rispetto alla mozione e alla reali intenzioni del proponente si è detta, da subito, la capogruppo Pd Sarah Bistocchi, per la quale, invece, l’atto in discussione è assolutamente strumentale. “Fratelli d’Italia dice di spendersi spesso per i minori - ha detto - poi si contraddice strumentalizzando proprio i minori con un atto del genere a livello nazionale. Oltretutto, si tratta del primo atto presentato da FdI in questa consiliatura e non riguarda neanche vicende della nostra città, ma di un altro comune, quello di Bibbiano. Invito, pertanto, a ritirarlo, chiedendo che la mia mozione venga messa ai voti”.

Contrari a questa ipotesi si sono, tuttavia, detti sia il presidente della commissione Cesaro, che ha ribadito l’approccio non strumentale del proponente e la particolare attenzione che la commissione intende dare agli aspetti del sociale, per l’importanza che essi rivestono, e il consigliere Vignaroli che ha ricordato l’impossibilità di votare il ritiro dell’atto. “Significherebbe - ha spiegato - mettere a votazione i diritti dell’opposizione. È una richiesta contro i diritti delle minoranze”.

Inaccettabile l’atto di Mencaglia anche per il consigliere Giubilei che nel ribadire l’invito a ritirarla, ha sottolineato la contraddizione tra le parole del proponente e quanto scritto. “La situazione a cui si fa riferimento nell’atto, quella di Bibbiano - ha detto Giubilei - è stata ampiamente strumentalizzata a livello nazionale, per cui è difficile credere che non vi sia ora una tale volontà, anche in considerazione del fatto che se, come dice lo stesso proponente, a Perugia non si rilevano problemi, non vi è neanche motivo per presentare un atto del genere”.

Nella seduta sono intervenute sia l’assessore al Welfare Edi Cicchi sia la dirigente Carla Trampini.

“Il riferimento a Bibbiano - ha spiegato l’assessore in apertura del suo intervento - non ci deve portare fuori strada. La strumentalizzazione di questi argomenti è evidente che non favorisce i servizi, né la costruzione di un percorso, con conseguenze che poi gravano sui minori, sulle loro famiglie e sulle donne che, per paura, poi non si rivolgono più ai servizi sociali. Questo -ha proseguito Cicchi - è un messaggio sbagliato che non dobbiamo trasmettere; il lavoro dei servizi è un lavoro delicato, si rischia di minare quello che è un organo istituzionale per la tutela dei cittadini stessi”.

L’assessore ha riportato alcuni numeri che danno bene l’idea della situazione a Perugia: il rapporto operatori-utenti è passato da 1:10.000 a 1:8.000, con l’obiettivo a 1:5.000; 74 sono gli affidi a Perugia, di cui 16 consensuali e 58 giudiziari, dei 74 minori 43 sono affidati a parenti, privilegiando, così, affetti significativi per i bambini, proprio in un’ottica di tutela del minore; 125 sono stati i bambini in assistenza domiciliare con un percorso personalizzato, 39 quelli che sono inseriti nei centri diurni e 214 nei gruppi di educativa territoriale; 75 i bambini affidati in comunità e 31 le madri con figli, con una rotazione di 37 ingressi e 44 uscite.

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