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Politica Centro Storico / Corso Pietro Vannucci

No alle residenze protette per orfani e vittime di abuso, Comune nella bufera

Esplode la polemica dopo la bocciatura dell'ordine del giorno democratico per il progetto "18+uno". Bori (Pd) attacca la maggioranza: "Siete dei vigliacchi", interviene anche la vicepresidente regionale Casciari: "Sono rammaricata, non si fa così". Luciani (FI) difende il "no": "Non abbandoniamo nessuno"

Grandina. E dritto su Palazzo dei Priori. Il consiglio comunale boccia senza appello (13 a 11, 2 astenuti) l’ordine del giorno del democratico Tommaso Bori “Sostegno del progetto di esperienze di residenzialità sociale “18+uno”. Silurato. Ma qui viene brutto tempo e comincia a piovere. Il Pd si imbestialisce e scrive un comunicato al tritolo. Comincia così: “Difficile definirlo diversamente da una vera e propria vergogna”. E prosegue: “Quando Hannah Arendt nei suoi scritti parlava di “banalità del male” parlava di immotivate scelte che causano enormi danni, come quelle che si sono consumate nel consiglio comunale di Perugia ai danni di giovani che avevano solo bisogno di sostegno”.

Perché “il centrodestra ha respinto la proposta di sostegno ai ragazzi orfani o vittime di abuso con il progetto di esperienze di residenzialità sociale “18+uno”. La votazione rovescia l’esito favorevole che aveva avuto nella seduta della quarta commissione: i consiglieri di centrodestra, non avendo avuto il coraggio di bocciarlo di fronte ai ragazzi interessati in commissione, hanno poi trovato il coraggio di farlo lontano dai loro sguardi in consiglio comunale”. E adesso tocca a Bori: “E’ vergognoso che, con tutta probabilità,  la mancata presenza, in consiglio comunale, dei ragazzi dell’associazione culturale “Fuori dall’Ombra”, presenti invece in sede di commissione, abbia permesso a parte della maggioranza di cambiare con leggerezza e con senso di impunità il proprio voto. Si precisa che il progetto era stato definito importante dallo stesso assessore Cicchi nel suo intervento in commissione, tanto da sottolineare che ‘sulla base del progetto sperimentale della regione, l’accompagnamento può essere prorogato fino ai 21 anni di età’. E la Regione Umbria si è fatta carico delle spese rendendolo a costo zero per il Comune di Perugia”.

Di più. A nome di tutto il gruppo democratico: "E' gravissimo che il centrodestra, dopo aver effettuato tagli lineari del 20% lo scorso anno e programmando altrettanti tagli per quest’anno, continui a colpire in maniera particolare le fasce più deboli, a bistrattare gli ultimi e le persone in condizioni di disagio e difficoltà, economiche e sociali. E’ assurdo che i consiglieri Felicioni e De Vincenzi abbiano cambiato il loro voto, passando dal voto favorevole in commissione ad un voto contrario in consiglio, mentre i consiglieri Luciani, Castori e G. Romizi siano passati dall’astensione alla bocciatura del sostegno al progetto presentato in aiuto agli orfani e ai ragazzi vittime di abusi. Non hanno avuto il coraggio di esprimere il loro dissenso di fronte ai ragazzi dell’associazione, ma lo hanno trovato lontano dai loro sguardi. Vorrà dire che da ora in poi dovremmo invitare gli interessati anche in consiglio comunale".

Dalla pioggia si passa alla grandine. E i nuvoloni arrivano direttamente dall’altro lato di corso Vannucci: "Interrompere in modo brusco al compimento del diciottesimo anno di età l'accompagnamento dei ragazzi che, non potendo contare sul sostegno dei propri familiari, vengono affidati a comunità per minori, significa, in alcuni casi, vanificare tutto il lavoro degli educatori e i successi raggiunti all'interno di un percorso educativo tutelato". La vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, interviene a gamba tesa dopo aver appreso "con rammarico la notizia secondo la quale il Comune di Perugia avrebbe bocciato il progetto '18+1' in sede di Consiglio comunale".
E ancora: "La Giunta regionale - spiega - ha sostenuto e sostiene in diversi Comuni della regione, iniziative sperimentali di sostegno rivolti a ragazzi che, a causa di eventi ed esperienze dolorose legate alla loro infanzia, sono privi di una solida rete familiare e sono quindi affidati a comunità per minori dalle quali uscirebbero al compimento del diciottesimo anno d'età, col rischio di vanificare gli sforzi compiuti. Il progetto '18+1' - aggiunge la vicepresidente - si pone obiettivi che vanno ben oltre il puro assistenzialismo e prevede che i ragazzi neo maggiorenni in uscita dalle comunità, possano risiedere presso un'abitazione tutelata e, grazie al supporto di personale qualificato, di essere avviati verso un percorso di autonomia possibile, che è fatto di conoscenze educative e professionali necessarie per la ricerca di un lavoro, per completare magari il percorso formativo, ma anche di certezze individuali che si acquisiscono essendo parte, e quindi protagonisti attivi, di una comunità”.

L’unica a difendere il punto, e la bocciatura dell’ordine del giorno, è il consigliere di FI Claudia Luciani. E si sa, la migliore delle ipotesi in questi casi è attaccare: “Un progetto educativo non si può trasformare in un progetto assistenziale a vita perché significherebbe stabilire che il percorso formativo ha fallito. È chiaro che i ragazzi con situazioni più gravi vanno aiutati anche oltre la maggiore età, ma questo l'amministrazione già lo fa da sempre.  Non si comprende quindi  la necessità di dover procrastinare un momento, comunque inevitabile, nel quale i ragazzi devono confrontarsi con il mondo esterno. Se facessimo questo la prossima volta ci troveremmo a discutere 19+1 e così via, in una spirale senza fine, come del resto è stata la gestione delle precedenti amministrazioni, che non farebbe né il bene dei ragazzi né una buona performance dei processi educativi. Ricordiamo che delle circa 1200 situazioni di cui ogni anno il Comune si occupa, su provvedimento dell'autorità giudiziaria, solo lo 0,06% riguarda ragazzi in comunità, circa 80 casi circa, parte dei quali sono in prossimità dell'età presa ad esame e che questa amministrazione non abbandonerà nessuno”.

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