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Tira di più la legge contro l'omofobia, che una lotta per il lavoro. Tutto esaurito a Palazzo Cesaroni

Torna la multinazionale delle chiacchiere. In un palazzo della politica che sembrava il Pala Evangelisti, è andato in scena l'incontro tra familiaristi bianchi contro Ompahlos. Tra applausi, mamme, passeggini e bandiere arcobaleno

In un'Umbria affamata, con un tasso disoccupazione da record, terremotata, che sta perdendo tanti giovani costretti ad emigrare all'estero. In un'Umbria sempre più precaria, con una vertenza aziendale a settimana dove gli operai non prendono stipendi in alcuni casi anche da sei-sette mesi. Insomma in un'Umbria così malridotta si scende in piazza e si riempi addirittura tutto Palazzo Cesaroni - la sede del consiglio regionale - solo quando si discute sulla legge anti-discriminazioni  (l'omofobia). Almeno un po' di passione scorre nel sangue di questa regione sempre più vecchia e rassegnata. 

Il popolo delle famiglie e i cattolici quelli più duri in prima linea con tanto di mamme con neonati. Risponde l'Omphalos con tanti giovani e storici attivisti e pezzi della sinistra dall'altra parte della barricata. In campo si danno battaglia i 20 consiglieri regionale dell'Umbria che dopo 10 anni stavolta discuteranno e voteranno la legge regionale di iniziativa del Consiglio regionale. Ma dell'aspetto squisitamente politico ne parleremo in un altro servizio. Quello che più colpisce di questa giornata da familiaristi bianchi e popolo arcobaleno è persino lo spiegamento di forze dell'ordine: in Piazza Italia almeno 10 agenti, centrale operativa mobile, digos, agenti in divisa da anti-sommossa ma senza caschetto. Fanno la ronda tra dentro e fuori il palazzo. Per quanto agguerriti i due schieramenti non rientrano nella categoria storica dei facinorosi, dei picchiattori. Al massimo una bandiera arcobaleno agitata in segno di sfida e un nome del padre con tanto di supplica. Violenti no. Ma rumorosi sì, soprattutto i familiaristi bianchi.

Ne sa qualcosa il presidente del consiglio regionale Donatella Porzi che ha dovuto richiamare più volte all'ordine e minacciare di far svuotare l'aula consigliare perchè ad ogni passaggio della relazione anti-legge del consigliere De Vincenzi scattavano applausi da parte dei fan. Gremita anche la sala dei monitor dove si può assistere comodamente seduti su un divano in pelle. E anche li tifo da stadio. Più contenuti invece i fan dei diritti civili e della legge: ascoltano, assistono, inseguono per parlare con i vari consiglieri quando questi lasciano temporaneamente l'aula. Sanno che oggi è il giorno giusto per incassare il sì all'atto regionale. Pronti ad incassare la cambiale firmata sotto campagna elettorale dal Pd e dal centrosinistra: come dicono i maligni. E poi loro hanno già più volte manifestato in piazza. 

Insomma una giornata da tutto esaurito. Domani quando si tornerà a parlare di lavoro, di sviluppo, di welfare e sanità... i politici torneranno a farlo da soli in mezzo al deserto. Evidentemente non vale più il detto chi non lavoro non fa l'amore. Come sarebbe bello vedere il popolo umbro combattere e fare pressioni sulla politica per il lavoro, per i diritti civili e dei lavoratori, per abbattere la burocrazia, per la trasparenza e la meritocrazia. Sarebbe bello ma... impossibile. 

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