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Milleproroghe, stop al Piano Periferie. Addio nuova Fontivegge? "Il Governo vuole solo fare cassa"

La presidente regionale contro la decisione di Lega e Movimento 5Stelle: "A Perugia e Terni rischio stop a 30 milioni di investimenti"

Sotto ghiaccio. Il Milleproroghe mette in pausa i fondi per le periferie e a rischio il progetto di rilancio di Fontivegge, finanziato con più di 16 milioni (senza contare i soldi dei privati, quelli del Comune e quelli della Regione Umbria). Il problema è che Palazzo dei Priori ha già dato il via libera a diversi progetti per il rilancio dell'area.

Lo stop ai fondi che effetti avrà? "Non vorrei  - spiega la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini - che il blocco di oltre 3,8 miliardi per gli interventi di riqualificazione delle periferie urbane, approvato con un emendamento al decreto ‘Milleproroghe’ ieri in Senato dall’attuale maggioranza di Governo si ripercuotesse anche nella nostra regione, in particolare per le città di Perugia e Terni che, grazie al Piano periferie, hanno in programma investimenti per oltre 30 milioni di euro con i quali si dovrebbe mettere in campo una ‘imponente’ operazione di rigenerazione e riqualificazione urbana di alcune aree periferiche delle due città”. In ballo c'è il rilancio di un intero quartiere, per quanto riguarda Perugia, che da tempo chiede aiuto.  

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E la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, va all'attacco della Lega e del Movimento 5Stelle: "È, per certi versi, davvero triste – prosegue - dover constatare come questo Governo e la sua maggioranza più che realizzare il loro così tanto decantato cambiamento, stiano mettendo in atto scelte che di fatto mirano invece a ‘smontare’ e bloccare tutto ciò che di positivo le Città e le Regioni erano riuscite ad ottenere grazie ad una positiva, ed leale collaborazione, dai precedenti Governi".

In altre parole: "Appare chiaro che la strategia politica che c’è dietro queste preoccupanti scelte è esclusivamente quella di fare cassa, ai danni dei cittadini che vivono nelle comunità locali, per una disperata ricerca di risorse, nella speranza – attacca Marini - di poter finanziare le demagogiche promesse fatte agli italiani nella loro propaganda elettorale".

Poi la chiamata alle armi per i sindaci di Perugia e Terni. Il primo di centrodestra, il secondo della Lega. "Voglio sperare – afferma Marini – che una chiara e ferma protesta si levi anche da parte degli stessi sindaci di Perugia e Terni che vedrebbero compromessa una straordinaria opportunità di sviluppo e crescita delle proprie comunità così come voglio sperare in chiarimenti da parte del Governo sugli effetti di tale blocco rispetto ai progetti che i Comuni hanno definito sulla base della convenzione".         

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