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Fasci "restaurati" al Mercato Coperto, si va verso una soluzione comune. Il sindaco Romizi: "Pronti ad avviare un percorso"

Nel 2019 fu la Soprintendenza a valutare come opere di valore storiche i fasci con grifo del 1932. Fondamentale sarà il giudizio dell'istituzione che si occupa della tutela del patrimonio storico

Gli ormai famosi, o famigerati, Fasci con Grifo recuperati nel fascistissimo Mercato Coperto - realizzato nel 1932, le decorazioni coperte con una tempera nel 1943, riscoperti nel 2019 e restaurati - molto probabilmente saranno archiviati con una copertura tutta da inventare. Il sindaco Andrea Romizi, nel corso del consiglio comunale, è stato chiaro nel rispondere ad una interrogazione dell'opposizione 24 ore dopo la manifestazione contro i simboli del vecchio regime. "Da parte dell’Amministrazione vi è quindi la massima disponibilità ad avviare un percorso": ha scandito bene il primo cittadino. Il che vuol dire che c'è massima disponibilità a chiudere questa pagina della cronaca perugina che, di certo, ai tempi della pandemia non è proprio la preoccupazione principale.

Ma l'ultima parola spetta esclusivamente alla Soprintendenza che in questa partita, a differenza dell'amministrazione comunale, ha giocato un ruolo fondamentale come spiegato carte alla mano dall'assessore alla cultura Leonardo Varasano: "Il mercato coperto in tutte le sue parti è un bene sottoposto a vincolo; pertanto tutte le attività di recupero effettuate nel tempo sono avvenute in perfetta collaborazione con la soprintendenza e su indicazioni della stessa. Ciò è comprovato dai tre verbali attestanti altrettanti sopralluoghi sul sito: il primo del 22 maggio 2019 (ossia a pochi giorni dalle elezioni comunali del 26 maggio) riporta la valutazione della soprintendenza in merito all’opportunità di procedere all’immediato restauro dell’area dove insisteva il Grifo ed un’opera coperta. Durante il secondo sopralluogo, del 27 giugno 2019 (con Consiglio e giunta non ancora insediati), ad una prima pulitura, è emersa la presenza dei fasci littori risalenti al 1932. Valutata la qualità dell’opera, il funzionario storico dell’arte disponeva il trattamento conservativo di tutte le immagini scoperte". Dalle carte emerge che l’opera è stata valutata come storica, con vincolo di competenza della soprintendenza, la quale ha espresso a più riprese le sue valutazioni di opportunità tecnica. Una valutazione che l'amministrazione Romizi ha dovuto far propria.   

L'assessore Varasano ha spiegato inoltre che "l’ipotesi di delocalizzazione dei fasci littori, lo spostamento appare non percorribile perché trattandosi di una pittura muraria sarebbe necessario procedere con una rimozione di murature e travi portanti". Quindi va trovata una soluzione alternativa per coprire i fasci ritrovati. Sempre se la Soprintendenza sia favorevole. "Sul tema della libertà e democrazia - ha spiegato Romizi - sia tutti sono dalla stessa parte perché non vi è attaccamento a quei simboli da parte di nessuno; per questo richiedere ciclicamente ai rappresentanti del centro-destra di dare prova dell’adesione a valori democratici appare pretestuoso, visto che tali valori sono patrimonio della cultura condivisa dalle varie forze politiche. Il clima da ripristinare, in sostanza, è quello che è stato creato da chi ha operato per la Liberazione dell’Italia trasmettendo ai posteri il compito di dare valore a quella libertà".

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