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La Lega cerca il suo posto al sole anche a Perugia. Il segretario Drusian: "Il nostro impegno per la città"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del segretario comunale di Perugia della Lega, Gianluca Drusian, che ha fatto il punto sul lavoro intrapreso dal nuovo gruppo dirigente filo-Salvini

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del segretario comunale di Perugia della Lega, Gianluca Drusian, che ha fatto il punto sul lavoro intrapreso dal nuovo gruppo dirigente filo-Salvini.
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di Gianluca Drusian

Caro Direttore,
Le scrivo in qualità di neo segretario della Lega, Sezione di Perugia – Corciano - Torgiano che, da quest'anno, parteciperà agli appuntamenti elettorali con il nome e simbolo di Lega per l'intero territorio nazionale. Anche a Perugia, quindi, la Lega potrà contare a partire dallo scorso ottobre, data del Congresso cittadino, di un'autonoma struttura interna composta, tra l'altro, da un Consiglio Direttivo, da una base di soci militanti e da una sempre più nutrita presenza di sostenitori e simpatizzanti che si stanno avvicinando con grande entusiasmo al nostro Segretario Federale, Matteo Salvini. In tanti ci chiedono quali possono essere gli obiettivi della Lega su Perugia.

Con la nostra presenza sul territorio cerchiamo di difendere gli interessi della “nostra” gente e tutelare tutti coloro che qui ci vivono e lavorano, gli italiani in primo luogo, ma anche di tutti coloro che hanno titolo per restare, abitanti del centro storico come di ogni quartiere più periferico. A nostro avviso, Perugia è una città colpita da una grave crisi e da un dissesto economico e sociale che sta coinvolgendo l'intera Regione e che ha, nella ultra decennale mala gestione della cosa pubblica, uno dei motivi trainanti del disagio attuale. Perugia è una città sempre più alle prese con situazioni di degrado urbano e insicurezza nonostante i buoni e lodevoli sforzi messi in campo dalle autorità competenti ma, evidentemente, non ancora del tutto sufficienti e soddisfacenti.

Perugia è una città accogliente senza ombra di dubbio ma che necessita di un maggiore controllo in tema di immigrazione irregolare e clandestina. Anche il sistema della così detta accoglienza straordinaria (l'Umbria e, quindi, Perugia sembra necessariamente essere destinata a dover aumentare in futuro la sua quota di accoglienza profughi) andrebbe controllato e rivisto. Perugia che, purtroppo, paga il conto in quanto a calo di occupazione (tasso di disoccupazione del 9,4% con trend negativo del 7% dal 2008-20016 stando a quanto riportato da noti quotidiani lo scorso 11 Dicembre) e con una presenza di lavoro precario preoccupante (3 su 4 assunti lo sarebbero secondo dati Inps). A Perugia non c'è lavoro ed anche quello che c'è, scricchiola.

Anche i suoi ultimi marchi di fabbrica sembrano vivere momenti di vera difficoltà (v. la vertenza Perugina, gli esuberi paventati e le trattative in corso avanti al Mise). Perugia che, come l'Umbria intera, vacilla anche sotto il profilo di perdita di Pil, aumento della povertà (il 10,4 % degli umbri vivrebbero in uno stato di grave privazione con tendenza all'aumento: C.Umbria del 22.07.17) e fuga dei giovani (soprattutto il Comune di Corciano 'vanta' per così dire una massiccia fuga del 12,5% della sua popolazione giovanile contro il 5,4%
di Perugia: v. rapporto mediacom43 del 18.10.2017) e di quelli senza lavoro e che neanche sono intenti alla sua ricerca.

Dentro tutto questo quadro poco edificante ci sono tuttavia delle eccellenze che andrebbero preservate, supportate e custodite gelosamente. C'è arte, musica (Perugia e i suoi festival), cultura (Perugia e le sue Università) ed altre iniziative economiche da incoraggiare. Manca ancora di innovazione. Ci sono importanti progetti per la città messi in atto dalla attuale pubblica amministrazione in pectore che vanno portati avanti e, possibilmente, con maggiore sollecitudine. Ci sono altri progetti ed un piano collegato di infrastrutture (strade e trasporti) e sistema urbanistico ed investimenti che andrebbe realizzato con estrema rapidità nell'interesse del centro storico e di tutti i quartieri della città. Per tutti questi motivi, quindi, la Lega continuerà come ha sempre fatto nella sua storia politica, a restare a contatto della gente con i suoi gazebo e con le sue iniziative collaterali.

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